Un padiglione verde per depurare l’aria dall’inquinamento urbano
L’aria è sempre più irrespirabile pressoché in qualsiasi parte del mondo. Secondo l’ultimo rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità il 92% della popolazione mondiale vive in luoghi in cui la qualità dell’aria è ampiamente sotto gli standard fissati dall’Oms stessa, pari a una media annuale di 10 microgrammi di particelle sottili per metro cubo. Sono dati preoccupanti per la salute, tanto che sempre nello stesso studio si stima che almeno 3 milioni di morti l’anno possano essere legato all’inquinamento atmosferico, numero che raddoppia se si considera anche l’inquinamento dell’aria domestica. Fra le principali cause rintracciate ci sono “mezzi di trasporto inefficienti, i combustibili per uso domestico, la combustione dei rifiuti, le centrali elettriche alimentate a carbone e le attività industriali”.
Sud-est asiatico, la parte del mondo più inquinata
Se si esclude la regione delle Americhe, meno del 20% della popolazione del resto del mondo vive in luoghi dove la qualità dell’aria possa essere considerata accettabile. Mediterraneo orientale, Sud-est asiatico e Pacifico occidentale sono le aree maggiormente colpite dal fenomeno dell’inquinamento e che ne stanno pagando il prezzo più alto in termini di perdita di vite umane: 2 decessi su 3 al mondo si concentrano nel Sud-est asiatico e nell’area del Pacifico orientale.
Un padiglione verde per depurare l’aria di Hanoi
Il Vietnam, e la città di Hanoi in particolare, è uno dei Paesi dove l’inquinamento, specie quello causato dal traffico a due ruote che asfissia letteralmente l’aria metropolitana, sta diventando una vera e propria piaga sociale e dove si fa fatica a trovare delle soluzioni efficienti per contrastarlo. Laddove il governo non arriva spesso lo fa la società civile. Come nel caso dell’architetto vietnamita Hung Nguyen che ha progettato il ‘Padiglione delle Origini’, una struttura verde pensata per depurare l’aria della città di Hanoi.
Le piante assorbono le particelle nocive
Non si tratta sicuramente di una soluzione risolutiva ma è un modo per spingere a riflettere sul problema e soprattutto per puntare l’attenzione sull’importanza del verde nei luoghi urbani. Il padiglione è infatti una via di mezzo fra un giardino urbano e un orto verticale, letteralmente invaso da piante ornamentali che, oltre ad abbellire il contesto, svolgono la funzione di assorbire le particelle nocive in atmosfera e quindi di depurare l’area del quartiere in cui è inserito.
Telai sospesi che diventano una foresta urbana
Realizzato sulla terrazza di un’abitazione di tre piani, il padiglione ha una struttura composta da diversi telai cubici di 2 metri che rimangono sospesi nello spazio coprendo ogni angolo di fitta vegetazione. I telai sono stati posti ad altezze diverse, diventando a loro volta una sorta di mini-padiglioni per le piante che vi si attorcigliano intorno creando l’effetto di una foresta urbana.
La composizione interna è particolarmente curata in modo da consentire l’adeguato ingresso di luce e di vento che possa far crescere le piantagioni. Anche il colore bianco delle strutture in acciaio riciclato, quello della ghiaia dei sentieri e quello del tetto in policarbonato translucido è stato pensato per ridurre il forte irraggiamento tipico del clima vietnamita, favorendo la prolificazione del verde e riducendo i consumi idrici necessari per il mantenimento del giardino.
Un’oasi rigenerante per i cittadini
Alcune strutture sono state poi intrecciate con delle corde, in modo da diventare delle amache sulle quali gli abitanti possono sostare in tranquillità. Perché l’idea di Hung Nguyen è non solo quella di creare un polmone verde per ridurre l’inquinamento di Hanoi e per depurare l’aria ma anche di proporre una nuova idea di spazio esterno dove potersi rifugiare e trascorrere del tempo, sfuggendo alla frenesia della città. Semplice da realizzare, il ‘Padiglione delle Origini’ vuole dimostrare che anche nelle grandi metropoli è possibile ricreare delle piccole oasi rigeneranti che ci facciano, appunto, tornare un po’ alle origini, quando il contatto con la natura era qualcosa di normale.
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