Quanta deforestazione è causata dalla carta igienica?
Negli ultimi anni finalmente si è iniziato pian piano a mettere al bando gli accessori usa e getta, altamente inquinanti per loro stessa natura. Lo abbiamo fatto con tanti accessori in plastica (posate usa e getta e simili), e cresce il numero di persone che fa a meno di acquistare delle bottigliette d’acqua. Ma ovviamente ci sono dei prodotti usa e getta di cui possiamo difficilmente fare a meno: la carta igienica è tra questi. Di fatto, parliamo di uno dei prodotti meno ecosostenibili tra quelli utilizzati quotidianamente, anche e soprattutto perché tanta deforestazione è causata dalla carta igienica. Certo, utilizzando delle carta igienica riciclata è possibile ridurre l’impatto ambientale, ma a quanto pare ci sono produttori che stanno via via riducendo la percentuale di carta riciclata utilizzata: tra i motivi, a quanto pare, c’è la penuria di carta da riciclare, dovuta dallo smart working e dalla digitalizzazione del lavoro.
Quanta deforestazione è causata dalla carta igienica?
Per cercare di capire quanta deforestazione è causata dalla carta igienica è bene sapere che l’utilizzo di questo prodotto differisce di paese in paese. Stando ai dati QS supplies, in Italia si consumano mediamente 70 rotoli pro capite all’anno, portando a un totale di 2,8 milioni di alberi tagliati per i nostri bisogni (è proprio il caso di dirlo). Ci sono paesi in cui l’utilizzo di carta igienica è nettamente minore, come per esempio in Cina, dove si parla di 49 rotoli all’anno; negli Stati Uniti, invece, si arriva a 141 rotoli. Se si srotolassero tutti i rotoli utilizzati dagli americani in un anno e li si mettessero in fila, si arriverebbe fino a Nettuno (con i rotoli italiani, invece, si arriverebbe fino a Marte).
Anche il tipo di carta igienica conta, moltissimo
Certo, una fetta di deforestazione è causata dalla carta igienica, e può essere più o meno ampia in base al consumo. Ma va detto che che anche il tipo di carta acquistata fa la differenza. Sono presenti in ogni supermercato i rotoli a 4 veli, spesso trapuntati, morbidi, che necessitano di una mole altissima di cellulosa. Dall’altra parte c’è invece la carta igienica green, la quale va detto negli ultimi anni è migliorata tantissimo: la qualità è aumentata, il costo è diminuito. I rotoli in questi casi sono realizzati in buona parte con carta riciclata oppure con carta proveniente da foreste sostenibili; per alcuni marchi si parla anche di rotoli “zero tubo”, che fanno cioè e a meno del supporto cilindrico in cartone.
Sempre meno carta riciclata
Uno studio del 2019 della rivista Ethical Consumer aveva preso in considerazione i principali produttori di carta igienica venduta nel Regno Unito, dimostrando che la percentuale di carta riciclata utilizzata era andata via via diminuendo a partire dal 2011. A permettere questo degrado sarebbe stato tra le altre cose il fatto di focalizzare l’attenzione soprattutto sull’inquinamento da plastica, trascurando il tema della carta. Nel caso del marchio Kymberley Clark, per esempio, uno tra i principali a livello mondiale, si era passati dal 30% della fibra utilizzata riciclata del 2011 per arrivare al 23.5% el 2017. La rivisita è tornata su questo tema pochi giorni fa: nel 2021 lo stesso marchio è arrivato a quota 19,3%. Certo, a spingere in questa direzione è la volontà di portare sul mercato carta igienica più soffice a prezzi minori. Ma il fatto di avere meno carta utilizzata negli uffici sta riducendo le moli di carta da riciclare. Eliminare lo spreco di carta in ufficio sta portando a una maggiore deforestazione causata dalla carta igienica? Di certo la dematerializzazione documentale ha enormi vantaggi, prima di tutto ambientali ed economici. Ma questo passaggio ha delle conseguenze, all’interno di un settore – quello della carta e della cellulosa – che è causa di circa il 14% della deforestazione globale.
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