Dalla Scozia Biocarburante a base di whisky per le nostre normali automobili
Di solito, quando si pensa all’accoppiata alcol e automobili, quelli che vengono in mente sono solo e unicamente danni. Eppure non deve essere per forza così, soprattutto se a bere l’alcol, invece del pilota, è l’automobile. Non stiamo impazzendo: in Scozia – e dove altrimenti? – un team di ricercatori ha messo a punto un biocarburante a base di whisky. Proprio così: il loro intento è quello di alimentare delle automobili con i rifiuti di scarto del processo di produzione del distillato. E, contrariamente a quello che si potrebbe pensare, tutto sembra funzionare al meglio, e senza nessuna modifica necessaria al motore dell’automobile. Insomma, questo innovativo biocarburante a base di whisky potrebbe essere perfetto persino per la nostra normale automobile!
Un’alternativa a diesel e benzina
Di certo negli ultimi anni abbiamo visto tante novità per quanto riguarda l’alimentazione delle automobili, con tanti studiosi alla ricerca continua del miglior sostituto degli inquinanti diesel e benzina. Le automobili elettriche si stanno pian piano diffondendo e sembrano essere state accettate dai più come i veri mezzi del futuro, ma ai loro fianchi continuano a farsi strada tante altre opzioni. La più corposa tra le alternative è sicuramente quella rappresentata dalle automobili ad idrogeno le quali, con idrogeno prodotto a livello sostenibile, potrebbero garantire risultati perfino migliori rispetto ai veicoli a batteria. Ma non è tutto qui, in quanto tantissimi ricercatori stanno cercando dei metodi alternativi: abbiamo visto automobili ad energia solare, veicoli ad aria compressa… adesso è arrivato il turno delle automobili con biocarburante a base di whisky, le quali sono però delle normalissime auto. L’unica cosa che cambia, in questo caso, è il carburante!
Un biocarburante a base di whisky
A mettere a punto il curioso biocarburante a base di whisky è stata la startup Celtic Renewables Ltd: nello specifico, il biocarburante – chiamato biobutanolo – è costituito da due differenti materiali di scarto, l’uno proveniente dal processo di maltazione e l’altro dalla prima distillazione. Da una parte, dunque, c’è il draff, dall’altra il pot ale. E di certo in Scozia questi materiali di scarto, vista la corposa produzione di whisky, non mancano di certo: ogni anno vengono infatti prodotte 750.000 tonnellate di draff e 2 miliardi di litri di pot ale. In collaborazione con la distilleria Tullibardine di Perthsire, la startup della Edimburgh Napier University ha così deciso di utilizzare in modo intelligente e sostenibile questi ‘rifiuti’.
In Scozia, per due motivi
Come ha spiegato il fondatore nonché presidente della startup, il professor Martin Tangney, «questa è la prima volta in assoluto in cui una automobile viene alimentata con un biocarburante realizzato con gli scarti della produzione del whisky. È appropriato fare questo primo test in Scozia, Paese famoso non solo per la rinomata produzione di whisky, ma anche per il suo impegno nello sviluppo delle energie rinnovabili». Sono ovviamente soddisfatti del risultato anche i proprietari della distilleria Tullibardine, che hanno compreso subito il potenziale della proposta della Celtic Renewables: «siamo felici di supportare quella che potrebbe diventare una vera rivoluzione per il settore delle energie rinnovabili e dei trasporti, nonché per l’industria scozzese della produzione di whisky».
Un processo di produzione riciclato dal passato
É da sottolineare che la ricerca della startup di Edinburgo è stata recentemente finanziata dal governo scozzese con un assegno da 9 milioni di sterline, i quali verranno utilizzati per costruire una struttura commerciale adibita alle dimostrazioni al pubblico delle potenzialità del biocarburante a base di whisky. E dire che il processo utilizzato dalla Celtic Renewables per produrre il biobutanolo a partire da una fermentazione batterica era in realtà già stato concepito agli inizi del ventesimo secolo per produrre l’acetone per le bombe poi utilizzate nella Prima guerra mondiale. Oggi, questo stesso procedimento potrebbe essere utilizzato sui residui dell’industria del whisky per alimentare le nostre comuni automobili!
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