Da centrale elettrica a quartiere sostenibile
Pannelli fotovoltaici sui tetti e sulle pareti esposte delle case, nonché impianti fotovoltaici di dimensioni importanti nelle aree disabitate fuori dalla città.
Turbine eoliche posizionate nei luoghi più propizi nell’entroterra nonché offshore, per sfruttare l’energia del vento. E ancora, impianti per sfruttare l’energia geotermica, nonché centrali idroelettriche e, forse, centrali di produzione di idrogeno, il combustibile a zero emissioni nocive del futuro.
Da questi impianti, tra non molto tempo, dovremmo trarre tutto il nostro fabbisogno energetico: gli studi ci dicono infatti che i combustibili fossili dovrebbero restare sotto terra, senza venire estratti, il prima possibile. Diversamente, sarà difficilissimo restare al di sotto dell’innalzamento delle temperatura di “soli” 1,5 gradi centigradi rispetto all’era preindustriale.
Il fatto di passare totalmente a delle fonti pulite avrà delle conseguenze enormi, sotto tantissimi punti di vista. E poi ci saranno tante piccole conseguenze che non vengono quasi mai considerate, per esempio: cosa faremo delle vecchie centrali elettriche?
Un’idea di quello che si potrebbe fare arriva da San Francisco, dove si sta studiando la conversione di uno stabilimento da centrale elettrica a quartiere sostenibile.
Il progetto di riqualificazione della Dogpatch Power Station, da centrale elettrica a quartiere sostenibile
La centrale elettrica di Dogpatch, leggiamo sul San Francisco Chronicle, era uno degli ultimi pezzi dell’area industriale Potrero Point: l’impianto è stato chiuso 10 anni fa, e da allora è semplicemente abbandonato. Ma non si tratta di un quartiere qualsiasi, si tratta per l’appunto del quartiere Dogpatch, sul lungomare della famosa città del nord della California.
Ecco allora che, per recuperare e riqualificare quest’area, lo studio di architettura Foster + Partner ha proposto la conversione da centrale elettrica a quartiere sostenibile. Lì dove veniva prodotta energia elettrica per gran parte della città, con un parallelo inquinamento assolutamente nocivo per la comunità, si costruiranno quindi edifici residenziali, palazzi a uso misto e tanti spazi verdi, dando un nuovo volto a un intero quartiere.
L’obiettivo è quello di creare un contesto inclusivo e vivace, rispettoso dell’ambiente (anche grazie ai collegamenti diretti con i percorsi ciclabili e pedonali di San Francisco), e nonostante questo caratterizzato da prezzi accessibili.
Il progetto di Foster + Partner
Nuove abitazioni, uffici, ristoranti, hotel, bar e negozi, nonché ben tre ettari destinati a diventare un parco. Finalmente il quartiere Dogpatch sarà effettivamente collegato alla città, dopo essere stato per lunghissimo tempo un’area industriale e trascurata.
Come ha dichiarato Armstrong Yakubu, senior partner dello studio Foster + Partners, «Power Station offre un’opportunità unica per ridare vigore e vivacità a un ex quartiere industriale, e per dare nuova vita in quest’area di San Francisco» aggiungendo che «il nostro obiettivo è creare un quadro urbano che permetta la creazione di una comunità di vita/lavoro del 21° secolo vibrante, sana e inclusiva».
Il nuovo quartiere sarà costruito rispettando lo stile tipico di San Francisco, e privilegiando come anticipato gli spazi aperti. Ecco quindi che le costruzioni saranno disposte intorno a delle corti centrali dove i pedoni potranno trovare non solo negozi, ma anche servizi preziosi per la comunità, come per esempio gli asili nido.
E se nei piani bassi saranno concentrate le attività commerciali, ai piani alti troveranno invece posto gli appartamenti, i quali sono pensati da Foster + Partner per sfruttare al massimo l’illuminazione naturale e per massimizzare il flusso di aria fresca, anche per mezzo di grandi terrazze verdi e importanti vetrate.
Il progetto, peraltro, prevede anche dei giardini pensili che, degradando, collegheranno dolcemente le terrazze al parco, e quindi alla stupenda baia di San Francisco.
(Immagine di copertina: Studio di architettura Foster + Partner)
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