Costruire in bamboo, una pratica da (ri)scoprire
La sostenibilità è il nuovo mantra della progettazione architettonica. Un trend che sta portando alla rivalutazione di materiali naturali fino a pochi anni fa esclusi dal mondo delle costruzioni. Questa rivoluzione ha prima interessato il legno, che sembra essere diventato il protagonista indiscusso del green building, ma ora è anche la volta del bambù. Costruire in bamboo non è più un’eccezione o un esercizio di stile ma una pratica che sta iniziando a diffondersi presso gli studi architettonici più importanti del mondo.
Disponibile in grandi quantità in natura
Il successo del bambù in architettura è dettato da diverse caratteristiche del materiale. Innanzitutto, si tratta di una delle specie disponibili nelle maggiori quantità in natura, anche per via di una crescita molto veloce. A differenza degli alberi, che possono impiegare fino a 50 anni per rigenerarsi dopo essere stati tagliati, una singola canna di bambù può riprendersi in soli sei mesi, raggiungendo le altezze e gli spessori utili al nuovo taglio. Caratteristica, questa, che rende il bambù un materiale estremamente economico.
Resistente e flessibile, con ottime proprietà antisismiche
Ma la caratteristica più interessante del bamboo, che lo rende molto più attrattivo rispetto ad altri materiali, è la resistenza. Il bambù ha un rapporto peso/resistenza che supera di gran lunga quello del classico mattone, del legno e anche dell’acciaio. Grazie alla flessibilità e alla sua struttura cava e tubolare che nel corso dei millenni si è evoluta per adattarsi e resistere al forte vento del suo habitat naturale, il bambù ha sviluppato nel tempo delle ottime proprietà meccaniche. Da un punto di vista di robustezza il bambù ha delle prestazioni molto simili a quelle dell’acciaio, non a caso è stato ribattezzato ‘acciaio vegetale’, ma in più è estremamente flessibile, il che lo rende ideale come materiale antisismico.
Sostenibilità del bamboo
Inoltre, il bambù è altamente sostenibile: è in grado di assorbire quantitativi di anidride carbonica maggiori rispetto ad altre specie di arbusti e allo stesso tempo di produrre il 30% di ossigeno in più. Infine, il bambù, a fine vita, può essere facilmente compostato senza produrre scarti né rifiuti. Costruire in bamboo è quindi un’ottima soluzione in chiave green.
Le problematiche ancora da risolvere
Accanto a tutti questi vantaggi, ci sono anche degli aspetti ancora da risolvere e da considerare, come i trattamenti chimici a cui il materiale è sottoposto per poter essere utilizzato in ambito edile, al fine di proteggerlo sia dal rischio di putrefazione e di attacco da parte degli insetti sia dai raggi solari e dalla pioggia. Problematiche ad ogni modo facilmente risolvibili nel 21°secolo, grazie all’innovazione tecnologica che potrà facilmente far diventare il costruire in bamboo una pratica mainstream.
Costruire in bamboo: Kengo Kuma, il pioniere
D’altra parte, il bambù è già utilizzato come materiale principe da molti architetti e designer contemporanei, che guardano con grande interesse ai temi di sostenibilità e impatto ambientali. Fra questi vi è sicuramente l’architetto giapponese Kengo Kuma, le cui opere intendono reinterpretare in chiave moderna le tradizioni.
Great Bamboo Wall
Uno dei progetti più importanti di Kuma è il “Great Bamboo Wall”, una residenza realizzata fra il 2002 e il 2004 nella campagna intorno a Pechino a ridosso della Grande Muraglia, da cui il nome. La principale caratteristica dell’opera è quella di integrazione con il territorio. Sebbene l’edificio segua costruttivamente la linea infinita della Grande Muraglia, se ne distacca in termini concettuali: se infatti il muro era stato realizzato per dividere due popoli, il Great Bamboo Wall invece con lo scopo di unire popoli e culture, mescolando insieme l’architettura tradizionale giapponese con elementi propri della modernità.
Vo Trong Nghia, architetto vietnamita che ama il bambù
Un altro pioniere del costruire in bamboo è sicuramente l’architetto vietnamita Vo Trong Nghia, che crea edifici sostenibili combinando l’uso di materiali locali economici e competenze tradizionali con una metodologia e un’estetica contemporanea.
Uno di questi progetti è sicuramente il complesso di cupole in bambù di Diamond Island, situato su un’isoletta sul fiume Saigon a Ho Chi Minh City. Parte di un centro comunitario, le otto strutture sono utilizzate come spazi per eventi e il loro design rievoca i cesti di bambù usati dagli agricoltori vietnamiti per custodire gli animali.
Un ponte in bambù
Più recentemente, Mimesis Architecture Studio, che ha sede presso la Southeast University di Nanchino, ha progettato un ponte rivestito di bambù nella provincia cinese di Jiangsu per celebrare le tradizionali tecniche di lavorazione del bambù della regione. Realizzato come passaggio sopraelevato su lago Taihu nella città di Dingshu, il ponte si estende per quasi 100 metri sull’acqua. La struttura in acciaio si compone di telai triangolari che sono stati riempiti con pali di bambù reticolato, formando un arco sotto il quale scorre il traffico veicolare.
Centro sportivo tailandese in bamboo
In Tailandia, lo studio Chiangmai Life Architects ha accettato la sfida di creare un palazzetto dello sport per la scuola Panyaden utilizzando solo bambù, al fine di ridurre al minimo l’impronta di carbonio dell’istituto. Il design risultante è una splendida struttura in grado di ospitare 300 studenti. Costruito utilizzando capriate di bambù prefabbricate lunghe oltre 17 metri senza rinforzi in acciaio, l’edificio è stato progettato per resistere a forti venti e terremoti.
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