Costi per una casa passiva: un investimento ripagato dai risparmi in bolletta?
L’edilizia è uno dei settori maggiormente energivori. È ormai risaputo che gran parte dei consumi energetici e delle emissioni nocive ad essi legati provengono dai sistemi impiantistici degli edifici. Con l’obiettivo di abbattere l’impatto ambientale del costruito da diversi anni si sta investendo in modelli progettuali incentrati sull’efficienza energetica e su una maggiore sostenibilità. Se le nuove costruzioni si sono ormai adeguate al rispetto di standard sempre più stringenti sul fronte dei consumi, la vera frontiera dell’edilizia è quella dell’abbattimento totale di questi.
Case passive per una reale efficienza energetica
Gran parte dell’energia necessaria può essere ricavata da fonti rinnovabili ma un ruolo importante lo gioca anche la progettazione. È in questo ambito che si colloca la progettazione passiva, che utilizza alcuni principi architettonici e di gestione di forma e spazi per sfruttare al meglio le risorse naturali. Sebbene negli ultimi anni la realizzazione di case passive sia in forte crescita non si può dire che il modello sia molto diffuso. A pesare sono sicuramente una serie di motivazioni o di semplici pregiudizi tutt’ora piuttosto radicati. Fra questi vi è sicuramente l’idea che nella progettazione di una casa passiva l’estetica debba necessariamente passare in secondo piano per dare la priorità a calcoli delle prestazioni energetiche e dei consumi, che si traducono in volumi semplici e compatti che lasciano poco spazio alla fantasia e all’innovazione di design. E poi c’è chiaramente la questione dei costi per una casa passiva, ritenuti eccessivamente alti. Ma è realmente così?
Passivhaus: combinare in modo ragionato sistemi e pratiche esistenti
Prima di affrontare la tematica economica, vale la pena soffermarsi un attimo sul concetto di casa passiva nato nel 1988 grazie alla collaborazione di due università nordeuropee che svilupparono un nuovo modello progettuale basato principalmente sullo sfruttamento dell’isolamento e dell’irraggiamento solare per ottenere edifici che riducessero al minimo il fabbisogno energetico per il riscaldamento degli ambienti interni. La novità del metodo, ufficializzato dalla nascita dello standard passivhaus messo a punto dal “Passivhaus Institute” di Darmstadt, fondato nel 1996 dal fisico tedesco Wolfgang Feist, risiede proprio nel non aver inventato nulla di nuovo. Ma di aver saputo combinare in modo ragionato sistemi e pratiche esistenti– come la coibentazione, gli infissi termici, gli impianti di ventilazione con recupero di calore e una progettazione mirata a migliorare l’esposizione solare- in modo tale da aumentare di molto l’efficienza energetica del costruito.
I principi di progettazione passiva
La progettazione passiva si basa prioritariamente su alcuni elementi:
Isolamento termico. L’aspetto principale di una casa passiva è l’isolamento totale dell’edificio. Pareti e coperture sono coibentate al massimo e le finestre devono essere dotate di tripli vetri, un aspetto fondamentale se consideriamo che le passivhaus hanno grandi vetrate che consentono un forte ingresso di illuminazione e calore.
Esposizione e forma. Fondamentale è la progettazione dell’edificio che deve essere preferibilmente compatto, per mantenere meglio il calore e esposto in modo ottimale, in modo da garantire la massima esposizione solare, adattando le esigenze degli ambienti interni in base a questo aspetto.
Ventilazione controllata. Se gli edifici sono perfettamente ermetici, non dovrebbero essere raffreddati con l’apertura delle finestre. Come garantire un ricambio d’aria ottimale? Attraverso sistemi di ventilazione meccanica controllata (VMC), che garantiscono un livello adeguato di qualità dell’aria interna.
Le performance di una casa passiva
Ad ogni modo, una casa per essere considerata passiva deve raggiungere questi obiettivi:
– Domanda di calore inferiore o uguale a 15 kWh/mc/anno;
– Carico termico per il riscaldamento inferiore o uguale a 10 W/mq;
– Domanda di energia primaria inferiore o uguale a 120 kWh/mq/anno.
I costi per una casa passiva
Rispetto a un’abitazione tradizionale, quali sono i costi per una casa passiva? Questa è una domanda a cui è difficile rispondere perché ci sono una serie di variabili da considerare, a partire dalla tipologia e dalle caratteristiche del progetto. Ma sicuramente l’aspetto principale da cui dipendono nette differenze dei costi per una casa passiva è il clima. In base alle condizioni climatiche del luogo in cui viene realizzato l’edificio devono essere intraprese delle scelte che possono portare a degli investimenti di diversa entità.
Un investimento iniziale ripagato dal risparmio sul lungo termine
In termini molto generali, possiamo ad ogni modo dire che una casa passiva può costare dall’8% al 20% in più rispetto a un progetto tradizionale. E’ bene però considerare che, a fronte di un investimento superiore in fase iniziale, i risparmi ottenibili da una passivhaus sono enormi e vanno considerati nel bilancio complessivo a lungo termine.
Bollette ridotte fino al 90%
È stato stimato che una casa passiva consuma in media 1,5 litri di carburante (equivalenti a circa 15 Kwh) per mq, contro i 10-12 litri consumati da un’abitazione tradizionale per gli impianti di riscaldamento. Questa forte riduzione dei consumi si traduce in una riduzione dei costi in bolletta di circa il 90% rispetto a una casa standard e del 75% se consideriamo i moderni edifici a basso consumo energetico.
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