COP26: cos’è, quando sarà e perché è così importante
Molti esperti definiscono la COP26 non solo come la più importante, ma persino come l’ultima opportunità del mondo per contenere le drammatiche conseguenze dei cambiamenti climatici in corso.
Quella che avrà luogo a Glasgow tra il 31 ottobre al 12 novembre sarà dunque una COP – vedremo dopo nello specifico di cosa si tratta – dalla portata storica, che potrebbe (e dovrebbe) decidere il futuro del nostro pianeta e quindi dell’umanità.
In questo articolo vedremo quindi cos’è la COP26, qual è la storia di questi incontri, e quali sono gli obiettivi che si intendono raggiungere.
Cos’è la COP26
La COP26 è la ventiseiesima Conferenza delle Parti, ovvero una conferenza attraverso la quale l’ONU riunisce tutti i Paesi della terra – o quasi – per tenere un vertice globale dedicato alla questione climatica.
La COP26, più nello specifico, si concretizzerà in 12 giorni di lavoro con sede a Glasgow. Il Regno Unito assumerà infatti la Presidenza della COP26 in partenariato con l’Italia.
Durante questi giorni, i Paesi convocati sono chiamati a migliorare – e di parecchio – quanto già fatto durante la COP21 di Parigi. Già da qui si può intuire che, per capire cos’è la COP26, è indispensabile ripassare la storia delle COP.
Breve storia delle COP
Quello di Glasgow sarà come visto il 26° vertice globale dedicato alla questione climatica. Il primo vertice ONU sul clima si tenne nel 1995 a Berlino. Durante le prime due Conferenze delle Parti, va detto, gli impegni presi dai Paesi furono minimali. Solo a partire dal terzo incontro, la COP3, si fece un reale passo in avanti, con l’adozione del Protocollo di Kyoto, che entrerà in vigore nel 2005, Da Kyoto in poi le varie COP fecero ben pochi passi avanti.
Grande attesa fu riservata alla COP15 del 2009, che però si rivelò praticamente inutile, senza nessun reale vincolo fissato. Si arrivò sostanzialmente a fissare l’obiettivo di contenere il riscaldamento globale entro due gradi centigradi, senza però avanzare nessuna reale politica in tal senso.
Si susseguono poi altre conferenze di valore scarso, fino ad arrivare alla famosa COP21, e quindi agli Accordi di Parigi. Qui si da vita a un vero accordo globale, con il quale 196 Paesi si impegnano effettivamente di impegnarsi a mantenere il surriscaldamento globale ben al di sotto dei 2°, puntando di fatto a un incremento massimo delle temperature medie di 1,5°.
E veniamo agli ultimi anni: nel 2019 la COP25, che doveva essere ospitata in Cile, per via delle proteste viene spostata in Spagna, senza però riuscire a completare il programma; nel 2020, per via del Coronavirus, non c’è stata nessuna Conferenza delle Parti. Arriviamo quindi così alla Conferenza di Glasgow, la tanto attesa COP26. Per quale motivo è così importate?
La grande importanza della COP26 di Glasgow
In Scozia si attendono oltre 190 leader mondiali, ai quali si uniranno decine di migliaia di rappresentanti del governo, di imprese e di cittadini. Il carattere di questa riunione, vista l’entità manifesta dei cambiamenti climatici, è assolutamente urgente.
Ma cosa rende la COP26 così scottante? Questa conferenza non sarà come le altre, proprio a causa della COP21 di Parigi: con quegli accordi ogni Paese si impegnò infatti a presentare un piano nazionale sulla riduzione delle proprie emissioni, da aggiornare ogni 5 anni.
Ebbene, la COP26 rappresenta la scadenza per presentare questo piano, così da presentarsi come il momento della verità. Non è peraltro tutto qui. É ormai risaputo che gli impegni della COP21 non sono assolutamente sufficienti per garantire il contenimento dei riscaldamento globale entro 1,5°, ed è quindi necessario fare qualcosa di più, e farlo subito, entro il 2030.
In caso contrario, senza una reale e rapida svolta, sarà impossibile tamponare il danno. E questo è un problema enorme: ogni decimo di grado in più si traduce infatti in migliaia di vite spezzate dal climate change. Non ci sono quindi dubbi, la COP26 deve essere decisiva: non è e non può essere una COP come le altre.
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