Cop28 di Dubai al via: criticità e speranze
Oggi, giovedì 30 novembre 2023, ha inizio la 28ma Conferenza delle parti sui cambiamenti climatici, ovvero la tanto attesa e discussa Cop28 di Dubai. Da oggi fino al 12 dicembre sarà un susseguirsi di incontri e di negoziati: un nuovo, lungo e cruciale appuntamento per stendere un piano d’azione comune ed efficace per affrontare la crisi climatica, che si sta facendo sempre più pericolosa e difficile da fermare. E certo non serve essere degli esperti del clima per rendersi conto che gli ultimi mesi hanno dimostrato in modo estremamente chiaro quanto sia fondamentale accelerare i tempi della lotta al clima. Sappiamo per esempio già con una certa sicurezza che il 2023 verrà registrato come l’anno più caldo di sempre, così come sappiamo che per la prima volta il 17 novembre 2023 sono stati superati i 2 gradi di aumento della temperatura media globale rispetto all’epoca preindustrale. E ancora, sappiamo che il 4 luglio 2023 è stato il giorno con la temperatura media globale più alta da quando esistono le misurazioni (raggiungendo i 17,19 gradi). A questo si sommano i fenomeni di siccità, gli eventi meteorologici estremi sempre più frequenti, nonché la consapevolezza che gli obiettivi immortalati negli Accordi di Parigi del 2015 sono lontanissimi. Sappiamo per esempio che entro il 2030 dovremmo ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 43%, e siamo ancora fermi al 2%. I capisce quindi sia fondamentale affrontare nel modo giusto questa Cop28 di Dubai, la quale però per tanti versi si mostra già in salita.
Le accuse agli Emirati Arabi
A Dubai si riuniranno 198 Stati partecipanti, con presidenti, primi ministri, esponenti di associazioni e di grandi imprese, e via dicendo. Non ci sono però dubbi nell’affermare che fino a ora il personaggio principale, a livello di media, è stato il presidente della Cop28 di Dubai, ovvero Sultan al-Jaber, direttore di Adnoc, l’ente petrolifero nazionale degli Emirati. Già il fatto di avere un esponente di primo piano del mondo petrolifero a capo della Conferenza non è stato visto di buon occhio. Ci potrebbe però essere di peggio: stando a quanto dichiarato dalla BBC, gli Emirati Arabi Uniti avrebbero cercato di usare il loro ruolo di padroni di casa del vertice sul clima per concludere degli accordi su gas e petrolio con altri Paesi partecipanti; nello specifico si parlerebbe di potenziali accordi sui combustibili fossili con 15 nazioni, quanto di più lontano ci potrebbe essere dalle discussioni che si dovrebbero tenere durante una Conferenza sul Clima.
Cop28 di Dubai: Biden e Xi Jinping assenti
Da settimane circola la voce che dà per grandi assenti alla Cop28 di Dubai sia il presidente degli Stati Uniti, sia quello della Cina. E pochi giorni fa è arrivata una conferma dalla Casa Bianca: Biden non sarà presente negli Emirati, preferendo occuparsi di altro durante quei giorni. Inviato ufficiale degli Usa sarà John Kerry. Di sicuro l’assenza dei presidenti di due Paesi come USA e Cina depotenzia già in partenza almeno un po’ questa Cop.
I punti chiave della 28ª conferenza delle parti
Di certo la Cop28 di Dubai non presenta un programma facile: si tratta per lo più di finanza, a partire dalla necessità di giungere a un accordo finale e operativo sul fondo Loss and Damage, lanciato durante la Cop27. Altro punto cruciale della Conferenza sarà il bilancio dei primi 8 dalla Cop21 di Parigi, quella dei famosi accordi: sarà infatti il momento del Global stocktake, del bilancio a livello globale di quanto fatto. Sicuramente nella mente di chi propose questa analisi nel 2015 le aspettative erano più alte: i risultati raggiunti nel 2023 lasciano infatti poco spazio alla soddisfazione.
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