Cool City Project: raffreddare Napoli con l’antica rete di canali sotterranei
Nelle grandi città gli effetti del surriscaldamento globale, con le ondate di calore causate dal cambiamento climatico, si avvertono maggiormente. Questo per via del cosiddetto “urban heat island effect”: nelle aree più densamente popolate le temperature tendono a essere maggiori di quanto avviene nelle comunità rurali, per via della grande presenza di costruzioni e di strade, le quali tendono ad assorbire il calore più di quanto farebbero prati e alberi. Ecco che allora le aree più vulnerabili durante le ondate di calore sono proprio le città, all’interno delle quali i più esposti ai rischi delle alte temperature sono i bambini, gli anziani nonché in generale le comunità svantaggiate. Una città come Napoli risulta quindi particolarmente esposta: si parla di una città con una densità abitativa pari a 8.566 abitanti per chilometro quadrato, nonché del comune italiano con il più alto indice di vulnerabilità sociale (come dimostrato da Onepolis a partire dall’analisi di dati Istat). Per questo risulta particolarmente interessante un progetto mirato a ridurre gli effetti del cambiamento climatico nelle città che si concentra proprio sul capoluogo campano: parliamo di Cool City Project.
Cool City Project, tra Napoli e Seul
Il progetto Cool City Project, presentato anche alla Biennale di Venezia del 2021, è stato lanciato ad oggi in due città diverse, ovvero a Napoli e a Seul, in Corea del Sud. In entrambe le città sono stati avviati dei Cool City Labs, dei workshop multidisciplinari per sviluppare nuovi design sostenibili, soprattutto a partire da risorse già presenti. Nel caso di Napoli, la risorsa già presente e praticamente pronta per essere sfruttata sarebbe quella rappresentata dall’acqua sotterranea: la città è infatti attraversata da una vasta rete di canali, dei quali però in gran parte si sa poco o nulla. Ecco che allora un team di ricercatori è al lavoro per mappare gli antichi acquedotti della città campana, per poi metterli a sistema allo scopo di garantire una maggiore resistenza alle ondate di calore.
Come sfruttare i vecchi acquedotti di Napoli
Attualmente non esiste nessuna documentazione completa riguardante le acque fluenti che raggiungono la costa passando nei meandri del territorio esteso della città di Napoli. Per questo attualmente i lavori del Cool City Project in Campania si concentrano nell’individuare questi canali, in vista di un successivo sfruttamento di queste risorse. Il progetto mira a declinare l’impiego di queste acque in varie modalità di utilizzo. Si parla dell’uso per l’irrigazione agricola, dell’uso all’interno di reti duali per risparmiare le risorse idriche a uso potabile, a livello di industrie, di condomini o di autorimesse. O ancora, dello sfruttamento di questi corsi d’acqua per il lavaggio delle strade, come già accade per esempio in città come Parigi o Madrid. Oppure del ruscellamento superficiale di queste acque, andando a creare delle nuove aree blu e delle nuove aree verdi che permettano di ridurre in modo concreto le alte temperature durante le ondate di calore.
Pensando alle ondate di calore future
Quel che è certo è che, nei prossimi anni, sarà sempre più probabile il ripetersi di estati torride, con punte di temperature via via sempre più vicine ai 50 gradi centigradi. Diventa quindi fondamentale trovare delle soluzioni di raffrescamento sostenibili, a partire dalle risorse già presenti sul territorio. Nel caso delle città più antiche, i vecchi acquedotti possono essere un punto di partenza: sfruttando nel modo giusto queste immense macchine idrauliche costruite nei secoli passati è possibile fare la differenza.
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