Come gestire i rifiuti in plastica
L’accumulo dei rifiuti in plastica nell’ambiente e nelle discariche è una concreta minaccia all’equilibro del pianeta. Riuscire a ridurre l’uso di questo materiale a livello globale è una delle principali sfide di questo millennio.
Una risorsa preziosa da non sprecare
La plastica è un materiale che deriva dal petrolio e, proprio per questo, si tratta di una risorsa preziosa che non deve essere sprecata. In circa un secolo il suo avvento ha letteralmente cambiato il mondo. Questo polimero così speciale, duttile, leggero e pratico ha modificato molti aspetti della vita delle persone, rivoluzionando le abitudini e facilitando la mobilità ed il trasporto di merci e beni. Tutti questi suoi vantaggi hanno fatto sì che la plastica si diffondesse in maniera esponenziale, ma non è stato minimamente preso in considerazione l’impatto ambientale di questo straordinario elemento. Attualmente si stima che quasi la metà delle materie plastiche prodotte vengano utilizzate una sola volta per poi essere gettate via, facendo finire ogni anno circa 8 milioni di tonnellate di plastica nei mari.
Gestire la plastica per salvare l’ambiente
Trattare la problematica dei rifiuti in plastica nell’ambiente è piuttosto complicato. Per combattere l’inquinamento che sta distruggendo interi habitat marini con conseguenze enormi e disastrose anche sulla catena alimentare umana, è fondamentale agire da più parti. Innanzitutto è fondamentale stabilire che la fonte di produzione di rifiuti plastici è completamente di origine umana. Sembra una cosa scontata ma spesso tale situazione viene presa poco in considerazione. Una volta acquisita tale consapevolezza, ci si deve muovere per conoscere il cammino dei vari rifiuti per comprendere come questi possano raggiungere i mari così da intercettare le abitudini che devono essere modificate. Infine, è necessario puntare sul riutilizzo e sul riciclo della plastica. Ancora oggi questo materiale rappresenta una soluzione poco costosa ed estremamente versatile e sostituirla scegliendo materiali differenti potrebbe persino aumentare l’impatto a livello ambientale. Per questa ragione, la plastica deve trasformarsi da problema in risorsa diventando un elemento cardine della cosiddetta economia circolare. Questo significa che una volta nato un oggetto in plastica, questo venga riutilizzato infinite volte in un vero e proprio ciclo sfruttando la composizione chimica polimerica della plastica.
Raccogliere i rifiuti e invertire la tendenza
Diverse nazioni e aziende hanno cominciato opere di “bonifica” di spiagge e territori contaminati dalle plastiche. L’obiettivo è innanzitutto quello di ripulire il pianeta, ma oltre a questo vi è anche l’aspetto economico di trasformare la spazzatura in una preziosa risorsa. Fortunatamente negli ultimi anni questo genere di iniziative e di progetti stanno aumentando e forse, entro qualche decennio, si riuscirà a invertire la tendenza avuta finora e salvare il pianeta. Dietro a tutto questo si cela anche la volontà di fungere da esempio per le nuove generazioni, sensibilizzando i più giovani sul problema dell’inquinamento delle plastiche e permettendogli di crescere con una consapevolezza diversa. I bambini e gli adolescenti rappresentano il futuro dell’umanità e quindi su di essi è necessario puntare per cercare di stimolare una maggiore attenzione all’ecologia e ai comportamenti sostenibili.
Grande attenzione al ciclo di produzione aziendale
Un altro grande passo in avanti è stato fatto da diverse aziende che stanno cercando di abbattere lo spreco di plastica durante la fase di produzione. Le filiere controllate cercano di non essere a loro volta produttrici di rifiuti in plastica. Questo permette di tenere sotto controllo l’aumento di spazzatura, alimentando quel concetto di economia circolare già citato in precedenza. Risparmiare la plastica è il primo passo verso una maggiore eco-sostenibilità e permette di ottimizzare al massimo le risorse limitate e non rinnovabili come il petrolio. Lavorare in questa modalità, cercando di avere un impatto ambientale minimo è l’unica possibilità per salvare il pianeta, con la speranza che questo “modus operandi” contagi anche altre realtà produttive e commerciali.
Ti è piaciuto l'articolo?
Condividilo