Coca Cola: attenzione alle biobottiglie
PLANT BOTTLE. Le grandi marche internazionali hanno cominciato a comprendere quanto sia importante introdurre l’elemento bio nella propria linea produttiva. Una delle corse più sentite è quella verso le bioplastiche, in particolare nel settore delle bottiglie. La Coca Cola ha già distribuito 2,5 miliardi di PlantBottle, ‘biobottiglie’ realizzate con il 30% di materiali di origine vegetale. La compagnia americana è convinta che «produrre bottiglie di plastica riciclabile con una percentuale sempre maggiore di materiale vegetale significhi fare un ulteriore passo avanti nella conservazione delle risorse e nella riduzione dei rifiuti».
BIO E NON BIO. Ma, come ci tiene a precisare Legambiente, parlare di ‘biobottiglie’ nel caso dell’iniziativa della Coca Cola può essere fuorviante. «Che aziende globali come la Coca Cola comincino a inserire nella plastica una quota di materiali di origine vegetale è un passo avanti, ma attenzione a non scivolare sulle parole» ha infatti Stefano Ciafani, vicepresidente di Legambiente, aggiungendo che «il termine biobottiglia è pericoloso perché parliamo di un oggetto che non è biodegradabile e che, se abbandonato, diventa fonte di inquinamento per un periodo molto lungo». Alcune aziende internazionali, come la Coca Cola, la Heinz e la Ford stanno muovendo i primi passi verso il settore delle bioplastiche: è un buon inizio, ma la meta è ancora lontana.
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