Co2: la dieta vegetariana è a basso impatto ambientale
PIÙ CARNE, PIÙ ANIDRIDE CARBONICA. Anche la nostra dieta ha un impatto ambientale: più carne consumiamo, più anidride carbonica viene immessa nell’atmosfera. Da questo punto di vista un’alimentazione vegetariana o addirittura vegana porterebbe sicuri benefici all’ambiente, più o meno come se sostituissimo la nostra automobile a benzina con una ibrida: i menù senza carne producono infatti il 50% in meno di anidride carbonica rispetto alle diete tradizionali. Questi dati emergono da uno studio inglese, che ha comparato le emissioni sprigionate durante il ciclo di produzione di 94 tipi di alimenti.
IL COMMENTO DELL’ENPA. I risultati dello studio inglese sono stati resi noti in Italia dall’Enpa, che attraverso il proprio direttore scientifico Ilaria Ferri ha così commentato: «per soddisfare la richiesta giornaliera di chi consuma carne in grande quantità vengono prodotti ben 7,2 chilogrammi di anidride carbonica a persona, pari al doppio di quelli necessari per la dieta vegana (2,9 chilogrammi) e vegetariana (3,8 chilogrammi)». Nel dettaglio, per produrre un chilogrammo di carne bovina l’anidride carbonica emessa nell’aria tocca il valore massimo di 68,8 chilogrammi; al limite opposto, invece, la produzione di un chilo di patate richiede un’emissione di Co2 di appena 0,4 chilogrammi. Ma anche altri alimenti delle dieta vegetariana hanno un basso impatto ambientale: per esempio per un chilo di fagioli si parla di 0,8 chilogrammi di Co2, mentre per un chilo di mais ci si ferma a 0,7 chilogrammi di anidride carbonica.
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