Legambiente: il clima del 2023 da bollino rosso
Con il terminare dell’anno è naturale riandare con la mente agli eventi più importanti degli ultimi 12 mesi. Il mondo della stampa di solito “aiuta” queste riflessioni, proponendo i momenti clou dal punto di vista della politica, dello sport, della scienza e via dicendo. Se dovessimo invece guardare ai mesi scorsi dal punto di vista della situazione climatica italiana, l’attenzione andrebbe sicuramente alle due drammatiche alluvioni dell’Emilia-Romagna, tra il 2 e il 3 maggio e tra il 15 e il 17 dello stesso mese, con 44 comuni coinvolti, 8,8 miliardi di euro di danni, 18 vittime. Ma ci sono state anche l’alluvione delle Marche, le violente tempeste del Nord Est, le frane in Lombardia, e via dicendo. Non stupisce quindi che l’Osservatorio Città Clima di Legambiente, realizzato insieme al Gruppo Unipol, definisca il clima del 2023 come da bollino rosso. A sottolineare i tanti danni provocati dagli eventi meteorologici estremi, e insieme ad essi anche il ritardo del Paese nei confronti della lotta alla crisi climatica.
Il clima del 2023 in Italia in numeri
In totale, secondo l’indagine Legambiente, in Italia nel 2023 sono stati registrati 378 eventi meteorologici estremi, con un aumento del 22% rispetto al 2022: ecco che allora il clima del 2023 è stato particolarmente violento, portando complessivamente alla morte di 31 persone e a danni miliardari ai territori colpiti. A scontare più delle altre i danni del clima 2023 sono state soprattutto le regioni del Nord, dove si sono verificati 210 eventi meteorologici estremi. Nelle regioni del Centro si sono contati invece 98 eventi, mentre nel Sud ne sono stati registrati 70. Negli ultimi 12 mesi a spaventare e a fare danni sono state soprattutto alluvioni ed esondazioni, con una crescita del 170% rispetto al 2022. Ma sono aumentati tanto anche i casi di temperature record fatte registarre nelle aree urbane, con un +150% rispetto all’anno precedente, così come le frane da piogge intense (+64%) e anche le mareggiate (44%). E ancora, Legambiente riporta anche l’aumento dei danni provocati dalle grandinate (+34%) e degli allagamenti (+12,4%).
Il commento di Legambiente
Il clima del 2023 è stato spesso imprevedibile ed eccezionale, portando non a caso all’anno più caldo di sempre: lo zero termico ha per esempio raggiunto quota 5.328 metri di altitudine sull’arco alpino. Come ha sottolineato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, «gli eventi meteo estremi stanno aumentando con sempre maggiore frequenza e intensità e a pagarne lo scotto sono i territori e i cittadini». Da qui la richiesta al governo di approvare subito «il Piano nazionale di adattamento al clima, stanziando anche le relative risorse economiche, che invece continuiamo a spendere per intervenire dopo i disastri, come dimostrano gli 11 miliardi di euro solo per i danni delle due alluvioni in Emilia-Romagna e Toscana. Il rischio è che l’Italia, senza il Piano e gli adeguati stanziamenti per la prevenzione, assenti anche nella Legge di bilancio in via di approvazione, continui a rincorrere le emergenze».
I record delle temperature
A caratterizzare il clima del 2023, come anticipato, non sono stati solamente i tantissimi eventi estremi: anche le temperature medie sono state da da primato. Il mese di novembre è stato il sesto mese consecutivo a far registrare temperature record. In Italia, temperature inedite sono state registrate sia in estate che in autunno: basti pensare che il 1° ottobre a Firenze Peretola il termometro è arrivato a 33 gradi, con oltre 10 gradi di differenza rispetto alla media del periodo.
Ti è piaciuto l'articolo?
Condividilo