Classifica Smart Cities 2017: Copenaghen è la più sostenibile del mondo. Milano capofila d’Italia
Ultimamente si fa un gran parlare di intelligenza applicata alle città. Ma cosa si intende per ‘smartness’? Secondo il gruppo svedese EasyPark, fondatore dell’omonima app per parcheggi, i parametri da considerare sono 19, fra cui spiccano mobilità, sostenibilità ambientale, innovazione e digitalizzazione. E’ sulla base di questi parametri e incrociando alcuni dati forniti dalle Nazioni Unite e dalla Commissione Ue che ogni anno la società stila una classifica smart cities a livello mondiale, il cosiddetto Smart Cities Index.
Copenaghen vince, seguita da Singapore, Stoccolma e Zurigo
I risultati di quest’anno premiano Copenaghen, considerata la città più smart del mondo. Sul podio salgono anche Singapore, un vero e proprio paradiso per la mobilità pubblica, Stoccolma, che va molto bene sul fronte della sostenibilità e della governance e Zurigo, in prima linea per la gestione dei rifiuti e gli investimenti in edifici ad alta efficienza. In quarta posizione c’è Boston, la città che attrae il maggior numero di investitori per la grande concentrazione di start-up.
A Panama l’aria più pulita
Guadagnano buoni risultati su alcuni fronti specifici anche città come Panama City, che è il centro urbano con meno emissioni di gas serra e CO2 per abitante e Reykjavik, che ha il primato assoluto per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.
San Francisco la più digitale
Sul fronte della digitalizzazione, gli Usa la fanno da padrona, con San Francisco in prima linea ma gli dà filo da torcere Bucarest che, con grande sorpresa, si piazza al secondo posto per connessione veloce. In Europa invece, secondo lo Smart Cities Index 2017, soltanto il Nord, e la Svezia in particolare, spicca per servizi smart e user-friendly.
Classifica Smart Cities 2017: quattro città italiane fra le prime 100
E l’Italia come se la passa? Il nostro paese è sicuramente ben posizionato per quantità. Ben quattro delle nostre città sono riuscite a rientrare fra le prime 100 città considerate dalla classifica Smart Cities 2017, su un totale di 500 centri urbani considerati. E fa sicuramente meglio di Francia (presente con tre città, Parigi, Lione e Marsiglia), Regno Unito (Londra, Birmingham e Leeds) e Spagna (Barcellona e Madrid).
Italia: edifici a basso impatto ambientale e rinnovabili. Male la gestione dei rifiuti
Ma non spicchiamo sicuramente per qualità. La città più smart d’Italia è Milano, ma la troviamo in 60esima posizione. Poi c’è Torino, 69esima, Roma, 71esima. Più indietro Napoli, 83esima. L’ingresso in classifica è dovuto principalmente ai buoni risultati ottenuti sul fronte degli edifici a basso impatto e nei sistemi energetici da fonti rinnovabili. Ancora troppi rifiuti, però, vengono spediti in discarica: la loro gestione fa scivolare le quattro città tra le posizioni 48 e 51.
Male i trasporti pubblici, meglio il car sharing
A pesare negativamente sono i capitoli della digitalizzazione e dei trasporti pubblici. I cittadini non sono soddisfatti dei mezzi pubblici: Milano, Torino e Napoli sono tra le posizioni 87 e 89. Roma fa ancora peggio, guadagnando la 95esima posizione in base al rating. Va invece molto meglio il car sharing, con Torino in testa per soddisfazione (19esima), seguita a stretto giro da Milano e Roma. Mentre Napoli resta in 90esima posizione.
Connessioni wi-fi troppo lente
La prima città italiana per velocità di connessione è Milano, 67esima, che riesce a scalare la classifica dello Smart Cities Index grazie alla rete di wi-fi gratuiti sparsi per il centro urbano. Le altre invece scivolano in basso, con Napoli come fanalino di coda sia per connessione sia per la digitalizzazione dei servizi pubblici.
Attrattività investimenti, resiste solo Milano
Sul fronte degli investimenti, ovvero dell’attrattività, tutte le città italiane sono fuori dalle prime 50. In questo caso molto dipende dalle agevolazioni e dalle norme nazionali ma qualche risultato lo si può ottenere anche da alcune scelte che possono essere effettuate a livello amministrativo o da parte di sistemi di imprese di territorio. E’ così spiegato lo stacco di Milano (55esima) rispetto alle altre tre città italiane, che scivolano dall’86esima posizione alla 94esima.
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