Da Madrid a Londra, passando per Chengdu: le città che pensano car free
Via le automobili dai centri delle città: quelli che oggi sono delle vere e proprie giungle di automobili, con colonne infinite ai semafori, suoni di clacson all’impazzata, parcheggi in doppia fila, stress, occhiatacce, gestacci, inquinamento… ebbene, tra qualche anno diventeranno delle isole tranquille e dedicate ai pedoni, alle biciclette e ai taxi. È il caso di Madrid, il cui centro dovrebbe diventare sempre più car free. Nel 2016 il sindaco Manuela Carmena aveva dichiarato il piano di voler svuotare il centro della capitale spagnola dalle automobili personali, e così sta facendo: entro pochi mesi la Gran Vìa non vedrà più nemmeno un’automobile, con eccezione dei taxi. Entro il 2020, invece, due chilometri quadrati della città saranno completamente car free, e le macchine lasceranno il posto ai pedoni ed alle biciclette. L’iniziativa fa parte di un progetto più vasto che prevede la riduzione dell’utilizzo delle automobili dei madrileni dal 29 al 23%. Ma il caso della città spagnola è solo uno tra i tanti: quali sono le altre città che già oggi si stanno impegnando per diventare car free?
La rivoluzione norvegese e l’esempio di Oslo
Come sappiamo, se si parla di car free si parla per forza di cose di Norvegia e Olanda: entrambi questi Paesi si sono infatti impegnati ad eliminare le auto inquinanti – e quindi a combustibili fossili – entro i prossimi anni. In quella stessa glaciale Norvegia in cui si vorrebbe passare alle immatricolazioni delle sole automobili elettriche ad impatto zero entro il 2025, c’è il buon esempio di Oslo, che ha pianificato di vietare l’accesso a qualsiasi tipo di automobile entro il 2019. Per compiere questo importantissimo passo la capitale norvegese si impegnerà ad investire moltissime risorse nel trasporto pubblico e nella viabilità agevolata per i ciclisti.
A Copenaghen la mobilità sostenibile non fa più notizia
Le zone car free non sono certo una novità per la città danese: i cittadini di Copenaghen hanno imparato a rispettare le zone pedonali già negli anni Sessanta. Non a caso più della metà delle persone va quotidianamente a lavoro in bicicletta e, oltre a questo, la città può vantare uno dei più bassi tassi di automobili per abitante a livello europeo. E per incoraggiare sempre di più i propri cittadini a muoversi in bicicletta, la realizzazione di nuove ciclabili urbane è continua: 28 highway per ciclisti sono già state aperte prima del 2014, e altre 11 saranno aperte prima della fine del 2018. E mentre le realtà più virtuose puntano a non vendere più automobili inquinanti a partire dal 2025, Copenaghen fa ancora di più, avendo dichiarato di voler diventare completamente carbon-neutral entro il 2025.
Amburgo
Qualche chilometro più a sud di Copenaghen, nemmeno la Germania sta ferma a guardare: la città di Amburgo ambisce a seguire le orme della capitale danese, ma in modo più scenografico. Entro il 2035 il verde urbano della città tedesca sarà moltiplicato, con la creazione di tante piccole arterie verdi tra un parco e l’altro, le quali ovviamente saranno accessibili solo a pedoni e biciclette. In questo modo, sostituendo anno dopo anno le strade con delle aree verdi, si disincentiveranno gli amburghesi ad utilizzare le automobili. Questa, va detto, è probabilmente una delle vie più innovative – e forse più difficili – per diventare car free
La mezza rivoluzione elettrica di Parigi
Dalla Germania del Nord alla Francia: già da qualche anno l’amministrazione di Parigi sta combattendo una battaglia campale contro il traffico. Si era iniziato con le targhe alterne, quindi con i car free day, poi si era passati al divieto di circolazione – in centro – dei veicoli costruiti prima del 1997. Fino ad oggi, però, si è solo scherzato: il piano è infatti quello di riservare alcune strade del centro ai soli veicoli elettrici entro il 2020, con una parallela intensificazione delle piste ciclabili.
Atene se la prende solo con il gasolio (per ora)
Già oggi il centro città di Atene vieta in taluni giorni l’ingresso alle automobili diesel. Questa pratica, a detta del sindaco Giorgios Kaminis, diventerà una prassi a partire dal 2025. Gli ateniesi, dunque, sono seriamente invitati a indirizzare bene i loro prossimi acquisti. Veicoli elettrici? Forse sì, ma anche una comoda bicicletta: lo scopo di Kaminis, a lungo termine, è quello di eliminare tutte le automobili, sull’esempio di Oslo.
La via londinese verso il centro car free
Anche Londra, come Parigi, vieterà la circolazione delle automobili alimentate a diesel entro il 2020. Ma farà di più: già oggi infatti penalizza – o meglio, scoraggia – tutti gli automobilisti di macchine a gasolio, facendo pagare loro uno speciale ticket di 12,50 sterline per entrare in determinate aree del centro nelle ore di picco.
Bruxelles
Il centro politico dell’Unione Europea non può certo dare che il buon esempio: un po’ come Copenaghen, anche la capitale del Belgio conosce da decenni delle aree car free in centro. Tra piazze e strade dedicate ai pedoni e ai ciclisti, quella di Bruxelles è la seconda più grande zona car-free d’Europa (ovviamente dopo la città danese). Le iniziative della città contro lo smog veicolare sono state del resto moltissime negli ultimi anni: dalle Mobility Week ai giorni senza automobili, i suoi cittadini dovrebbero essere pronti più di chiunque altro alla rivoluzione nella mobilità urbana.
Chengdu: qui non vengono eliminate le auto, ma le strade
Anche fuori dall’Europa, però, si sta guardando alle città car free con crescente interesse. Chengdu è una delle più popolose città della Cina: si trova a sud-ovest del Paese, vicino tra l’altro ad un’importantissima riserva naturale di panda gigante. Qui, per diminuire il traffico cittadino, si sono messi all’opera due architetti di Chicago, Adrian Smith e Gordon Gill: i due hanno disegnato una nuova area residenziale, dalla quale gli abitanti possono arrivare ovunque in città in meno di 15 minuti, rigorosamente a piedi. Non ci sarà nessun vero e proprio divieto di utilizzo di automobili: semplicemente, la metà delle strade cittadine verrà chiusa al traffico veicolare.
Città del Messico, Vancouver, New York
Qualcosa si sta muovendo anche nei continenti americani. In Città del Messico si è finalmente iniziato con il sistema delle targhe alterne, il quale viene applicato due giorni lavorativi alla settimana e due domeniche al mese. Totalmente diversa la strategia della città canadese di Vancouver: qui non si mettono al bando le automobili, ma si incoraggia la gente ad utilizzare il trasporto pubblico. Nel 2015, la metà di tutti gli spostamenti dei cittadini è avvenuta a piedi, in bici, con i bus o con la metropolitana, molto meglio di quanto avviene – per esempio – nelle migliori città Usa ( Philadelphia, per esempio, si ferma al 27%). E proprio per quanto riguarda gli Stati Uniti, va sottolineato che New York non ha ancora nessun piano per la diminuzione della automobili, anche se va detto che ci sono già alcune aree car free, come Times Square, Herald Square e Madison Square Park. Ma questo, ovviamente, non basta: la Grande Mela, come la maggior parte delle città mondiali, deve imparare dai progetti di Oslo e di Copenaghen.
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