Chi è Vanessa Nakate?
La sua voce si è fatta sentire, ancora una volta, in occasione del meeting internazionale Stockholm+50, organizzato dall’Assemblea generale dell’Onu e dai governi di Svezia e Kenya, a mezzo secolo dalla storica Conferenza di Stoccolma del 5 giugno 1972. Parliamo di uno dei volti più importanti a livello internazionale quando si parla di lotta per il clima, ovvero di Vanessa Nakate, giovane attivita ugandese sempre più centrale nella discussione sul cambiamento climatico. Ancora una volta la sua è stata una denuncia contro tanti leader, i quali avrebbero volontariamente ritardato le azioni necessarie per contrastare i cambiamenti climatici. Ecco che allora Nakate chiede ai governi di riconoscere il punto di non ritorno al quale ci si sta avvicinando, di riconoscere i dati scientifici che mostrano la gravità della situazione. Del resto, proprio a Stoccolma, le affermazioni di Nakate sono state riprese e condivise da un altro protagonista internazionale in fatto di lotta ai cambiamenti climatici, ovvero John Kerry, in un singolare scambio intergenerazionale. Ma chi è Vanessa Nakate, e come è diventata una delle principali portavoce globali della lotta ai cambiamenti climatici?
Chi è Vanessa Nakate?
Vanessa Nakate è nata a Kampala, la capitale dell’Uganda, il 15 novembre del 1996. Il suo impegno in campo ambientale è iniziato tra il 2018 e il 2019, quando era iscritta alla facoltà di Economia di Kampala. Lì, anche grazie a dei corsi universitari, Nakate ha iniziato a capire la gravità del cambiamento climatico, a partire dalle inondazioni e dalle frane che avevano colpito in quegli anni la parte orientale dell’Uganda. Ecco che allora la giovane ugandese ha iniziato a informarsi e, ispirata da Greta Thunberg, ha portato per prima i Fridays for Future in Africa. Di certo i primi tempi l’attivismo non è stato semplice: i primi scioperi, come ha raccontato in diverse interviste, conobbero un seguito estremamente ristretto, quasi inesistente. In tanti peraltro la accusarono attraverso i social di organizzare gli scioperi per i più differenti motivi: per cercare un marito, per prostituirsi, per vendere droga.
La più importante giovane attivista, dopo Greta Thunberg
Vanessa Nakate è certamente la più famosa tra gli attivisti africani, ed è probabilmente la voce più importante tra i giovani attivisti a livello internazionale dopo Greta Thunberg. La sua popolarità è diventata via via maggiore a partire dal 2020, anno in cui fece scalpore il famigerato “taglio” dell’Associated Press. L’agenzia di stampa pubblicò infatti una foto di attivisti a Davos tagliata proprio sull’unica attivista nera presente. Ma il suo nome è diventato davvero conosciuto a livello mondiale a partire dalla sua partecipazione, nel 2021, allo Youth4Climate a Milano, la conferenza dei giovani ideata dal ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani insieme agli organizzatori della Cop26. Il suo discorso potente e toccante sulle conseguenze del cambiamento climatico in Africa ha fatto il giro del mondo. Il cuore della sua lotta è infatti il suo continente, che pur inquinando meno di tutti gli altri subisce in modo estremamente grave le conseguenze del climate change.
Oggi Vanessa Nakate è la fondatrice di due importanti progetti per l’ambiente, ovvero il movimento Rise Up climate e il progetto Vash GreenSchools. Nominata dalle Nazioni Unite “Giovane Leader per gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile” nel 2020, inserita dalla rivista Time nella lista “Time100Next” nel 2021, ha raccontato la propria lotta in un libro, edito in Italia da Feltrinelli con il titolo “ Aprite gli occhi. La mia lotta per dare voce alla crisi climatica”. A metà strada tra memoir e manifesto politico, è prezioso soprattutto per capire in modo immediato quali sono le attuali conseguenze degli sconvolgimenti climatici e che non si può più attendere.
Ora Vanessa Nakate guarda al prossimo grande impegno, ovvero alla Cop27 in Egitto, a novembre; in un’intervista rilasciata al Corriere, spiega che «stiamo lavorando per avere una giusta rappresentanza di attivisti del continente e sulla campagna per la compensazione dei danni e delle perdite causate dal cambiamento climatico».
(Immagine di copertina: Youth4Climate)
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