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Animali

Cervo italico: in Calabria è nato il primo cucciolo

Il Bosco della Mesola rappresenta oggi il bosco più grande del ferrarese: di fatto, è quel che rimane di un esteso complesso di foreste che secoli fa ricopriva la fascia costiera della pianura padana. Tra le particolarità di questo bosco c’è quella di presentare una grande area recintata, all’interno della quale si trova il cervo italico, ovvero il Cervus elaphus italicus, non a caso indicato talvolta anche come cervo della Mesola. Il motivo? Semplice: il cervo italico da decenni è presente solamente in questa ristrettissima area, essendo invece scomparso completamente nelle restanti foreste, dove vivono altre popolazioni di cervo rosso, provenienti da Settentrione. Quella del Bosco della Mesola è quindi una popolazione di estrema importanza, un’entità faunistica unica ed endemica, tra le pochissime in Europa che non sono mai state oggetto di ripopolamenti insieme a esemplari di specie diverse. In tutto all’interno di questo grande recinto si contano circa 300 esemplari di cervo italico. Ma cosa potrebbe succedere in caso di malattia, o magari di una catastrofe naturale? E a cosa potrebbe portare a lungo termine l’elevata consanguineità? A partire da queste considerazioni è stato dato il via alla reintroduzione del cervo italico in un’altra area del Paese, ovvero nel Parco naturale regionale delle Serre, in Calabria. E ora si ha la conferma che questo progetto è partito con il piede giusto: è infatti nato un primo cucciolo di cervo italico in territorio calabro.

Il progetto di rewilding del cervo italico

Il recinto che contiene i cervi della Mesola è grande circa 1.000 ettari: di certo non pochi, ma nemmeno del tutto sufficienti per una popolazione formata da 300 individui circa. Per questo nel 2023 è stato avviato il progetto di rewilding del cervo italico, a partire dalle indicazioni e dai protocolli definiti nell’ambito del Programma nazionale di conservazione del Cervo della Mesola redatto da ISPRA e Ministero dell’Ambiente oltre 10 anni fa e di riportato nel piano di fattibilità redatto dalla stessa ISPRA nel 2021. Il programma prevede dunque di traslocare nel Parco naturale regionale delle Serre in Calabria un numero complessivo di 60 esemplari, in un periodo di 3 anni. A gestire il progetto sono Wwf Italia, il Parco naturale regionale delle Serre, i carabinieri forestali e l’Università di Siena: si inizia con la cattura di alcuni esemplari selezionati e si passa successivamente al rilascio in Calabria, con conseguente monitoraggio.

Il primo cucciolo di Cervus elaphus italicus in Calabria

A dare la buona notizia è stata una fototrappola: in un video si vede infatti distintamente una femmina di cervo italico importata dal nord, indicata con la sigla F14, seguita da un cucciolo. Una femmina si è quindi già riprodotta: in questa prima fase del progetto ci sono altre sei femmine che potrebbero portare al medesimo esito.

I cervi in Italia

Attualmente in Italia si contano circa 44.000 capi di cervi; c’è chi ipotizza che a breve questa potrebbe diventare una specie a rischio estinzione. Non è una novità, anzi. Sul finire degli anni Quaranta si trovavano cervi solamente lungo i confini con Austria e Slovenia, nel Parco della Mesola nonché in Sardegna. Da qui l’avvio di operazioni mirate di reintroduzione negli anni Cinquanta, mediante il trasferimento nei boschi italiani di cervi europei. Il Bosco della Mesola è stato quindi un’isola di salvezza per il cervo italico, ma rischia di diventare nel tempo una riserva di eccessivo isolamento genetico.