centri urbani senza vetture
Inquinamento

Centri urbani senza vetture: i tentativi di Oslo

Non sono pochi i cittadini che sognano dei centri urbani senza vetture. Meno inquinamento, meno chiasso, meno caos… ma se è vero questa visione piacerebbe praticamente a tutti, non vuol dire di certo che si tratti di una cosa di facile applicazione. Anzi: gli ostacoli che si interpongono tra lo stato attuale delle nostre città e dei centri urbani senza vetture sono tanti, e anche abbastanza difficili da scansare o saltare. Gli stessi abitanti che sarebbero felici di avere una città più sana, infatti, sono anche quelli che in molti casi si ritroverebbero del tutto spaesati senza la possibilità di usare la propria automobile, e molti negozianti avrebbero paura di perdere tanti potenziali clienti motorizzati. Pensate ancora che avere dei centri urbani senza vetture sia così semplice? Vediamo insieme l’esempio di Oslo, che da qualche anno sta cercando di azzerare il traffico privato nel proprio centro storico, con risultati finora alterni.

La città con il più alto tasso di veicoli elettrici

Bisogna partire da una premessa fondamentale: quando parliamo del traffico veicolare di Oslo non dobbiamo certo pensare al caos di altre città europee. Niente affatto. Nel vero centro pulsante della città, un’area di 1,7 chilometri quadrati, tra i 1000 residenti, circa il 90% non possiede un’automobile. E se solamente il 10% ha un’auto di proprietà, solo il 7% la utilizza effettivamente per gli spostamenti urbani, laddove invece il 64% della popolazione residente si sposta tutti i giorni con i mezzi pubblici, il 22% va a lavoro a piedi e infine il 7% si muove in bicicletta. E non è tutto qui. Nella capitale norvegese si conta infatti anche la più alta quantità relativa di veicoli elettrici a livello mondiale, e ben un terzo della sua flotta di bus per il trasporto pubblico sono alimentati da biogas e da biodiesel. Insomma, la situazione di partenza, quanto ad infrastrutture, è davvero migliore di quella di tantissime altre grandi città: se tutte le capitali del mondo fossero come Oslo, infatti, parlare di centri urbani senza vetture sarebbe tutta un’altra storia.

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I tentativi di Oslo

Ad ogni modo, già nel 2015 Oslo ha cominciato a pensare il modo per diventare la prima tra le maggiori città europee ad eliminare le automobili, ma il progetto di divenire la pioniera dei centri urbani senza vetture ha subito alcuni importanti stop, i quali hanno portato il consiglio cittadino a ripensare la propria iniziativa in altri termini. Nell’ottobre del 2015, più precisamente, l’amministrazione di Oslo si è impegnata pubblicamente ad eliminare il 95% dei livelli di emissioni di gas serra del 1990 entro il 2030. Constatato il fatto che proprio i trasporti producono il 61% delle emissioni di anidride carbonica della città, il fatto di dover partire dalla progressiva eliminazione dei veicoli è stato abbastanza ovvio fin dall’inizio. Nel particolare, infatti, il 40% delle emissioni nocive da parte dei trasporti ad Oslo proviene dalle automobili private, e per questo la prima eclatante proposta è stata proprio quella di creare una grande zona totalmente car-free: per l’appunto, il vero centro di Oslo di 1,7 chilometri quadrati, dove già adesso pochissimi residenti possiedono un’automobile di proprietà.

Centri urbani senza vetture: non è facile come sembra

Ma sono stati proprio i residenti a temere che questo esteso divieto di traffico veicolare potesse trasformare il centro cittadino in un’area morta. Nello specifico, i commercianti dell’area, attraverso la propria associazione, hanno spiegato che il progetto «è sia troppo forte che troppo repentino. Sia i negozianti che i clienti necessitano di maggiore tempo per adattarsi al cambiamento». Il consiglio cittadino ha dovuto quindi cambiare rotta: invece di instaurare il primo tra i centri urbani senza vetture a livello europeo, ha ben pensato di eliminare i 650 parcheggi posizionati lungo la strada del centro, di allungare e migliorare i percorsi per i pedoni e soprattutto per le biciclette, e di chiudere al traffico veicolare privato un numero crescente di strade. Il piano, dunque, è quello di diminuire sempre più e in maniera quasi spontanea il traffico veicolare. Come ha spiegato Lan Marie Ngueyen Berg, assessore dell’ambiente e dei trasporti di Oslo, «se sarà necessario per raggiungere il nostro scopo, creeremo un divieto per le automobili. Ma, fino al 2019, cercheremo di agguantare lo stesso obiettivo con iniziative più naturali e meno severe».