Il rischio delle centrali nucleari in Ucraina
Domenica 6 marzo, al telefono con il presidente francese Emmanuel Macron, Vladimir Putin ha affermato di essere «pronto a rispettare le norme dell’Aiea sulla protezione delle centrali nucleari». Questa rassicurazione è arrivata dopo giorni di forte preoccupazione, nata intorno agli attacchi sferrati dall’esercito russo contro gli impianti ucraini che avevano portato il mondo a preoccuparsi per un’altra Chernobyl. Una cosa, a prescindere dalle affermazioni di Putin, è certa: la Russia si sta muovendo con l’obiettivo preciso di prendere il controllo delle centrali nucleari ucraine. Mettere le mani su questi essenziali generatori di elettricità darebbe infatti a Putin un enorme potere, con la possibilità di minacciare ulteriormente l’Ucraina dal punto di vista energetico. Chi controlla le centrali nucleari, infatti, può decidere di lasciare al buio enormi aree del Paese. Ma quanti sono i reattori attivi attualmente presenti in territorio ucraino? E quanto sono sicure le centrali nucleari in Ucraina in caso di bombardamento?
Il numero delle centrali nucleari in Ucraina
In Ucraina ci sono diverse centrali nucleari: il Paese infatti conta su questi impianti per soddisfare circa il 55% del proprio fabbisogno elettrico. Si parla in totale di 15 reattori attivi, i quali insieme producono 13.700 megawatt. In un Paese che dipende così altamente dall‘atomo di uranio, un invasore che mira a prendere il controllo dei reattori costituisce una minaccia altamente drammatica. Ma a spaventare è ancora di più la possibilità che una delle centrali nucleari ucraine possa essere danneggiata nel corso di un bombardamento. Da una parte, come sappiamo, c’è l’affermazione di Putin di non procedere ad attacchi diretti contro i reattori; dall’altra c’è la paura di ritrovarsi di fronte a una devastazione che potrebbe essere 6 volte maggiore rispetto a quella risultante da Chernobyl. Il numero 6 non viene evocato a caso: sono infatti 6 i reattori della centrale nucleare più potente dell’Europa, Zaporiskiya, già occupata dall’esercito russo. I suoi reattori si trovano infatti tutti uno in fila all’altro, lungo le acque del Nipro. E se è vero che gli esperti sottolineano che la vicinanza tra i reattori non è tale da far temere per un orribile effetto domino, è altrettanto vero che a essere pericolosi non sono solamente i reattori. È bene tenere in considerazione anche i bacini che contengono l’atomico esausto, ovvero le piscine di raffreddamento.
Quanto sono sicure le centrali nucleari ucraine?
Mai prima d’ora nella storia un impianto nucleare attivo si era trovato sotto il controllo militare di un invasore. Ma è anche vero che le centrali nucleari ucraine sono state costruite per resistere alle minacce della guerra. I reattori attivi nel Paese sono infatti stati realizzati dall’Unione Sovietica tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta, mirando a realizzare degli edifici in grado di resistere a eventuali attacchi esterni. La logica che guidava ogni operazione, a quel tempo, era infatti quella della Guerra Fredda. Come ha spiegato Ugo Spezia, ex direttore del settore Sicurezza Nucleare per Sogin, la Società Gestione Impianti Nucleari, sulle pagine di Repubblica, «il nocciolo è inserito all’interno di un recipiente ad alta pressione in acciaio, detto vessel» le cui pareti «hanno uno spessore di circa 25 centimetri e sono in grado di resistere a pressioni superiori alle 150 atmosfere e a temperature superiori ai 300 °C. Il reattore è a sua volta contenuto all’interno di un edificio, chiamato edificio di contenimento, realizzato in calcestruzzo fortemente armato, di forma cilindrica e con pareti spesse circa 3 metri». Insomma, il nocciolo dovrebbe essere teoricamente al sicuro anche in caso di attacco missilistico; tutt’altro discorso andrebbe però fatto, come anticipato, per i combustibili esauriti. È quindi spaventoso pensare che il 4 marzo l’attacco russo abbia investito gli edifici che circondano la centrale, tra cui anche il deposito del combustibile consumato, spingendo gli Stati Uniti a parlare di un attacco che «è stato il massimo dell’irresponsabilità».
Al di là delle affermazioni di Putin, quindi, resta grande apprensione intorno alle centrali nucleari in Ucraina. In questi stessi giorni, peraltro, un altra grande centrale nucleare è stata minacciata, questa volta dalle fiamme: si parla della centrale nucleare di Hanul, in Corea del Sud, lambita dalle fiamme di un enorme incendio controllato con difficoltà.
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