Case sugli alberi: dalla Scozia la ‘eco-treehouse’ che sfida la bioedilizia
Sono passati alcuni milioni di anni da quando i nostri antenati sono scesi dagli alberi, ma forse è arrivato il momento di ritornarci. Negli ultimi tempi progettisti, architetti e ingegneri hanno proposto una serie svariata di case sugli alberi, più o meno utopiche. Si va dalla versione extra lusso proposta dallo studio svedese Snøhetta, che ha progettato l’ultima camera del Treehotel immerso nella foresta lappone, sospesa ad alcuni metri dal suolo e costruita attorno a un pino al più avveniristico Fab Tree Hab di Terreform ONE, un prefabbricato organico che si intreccia ai rami e alle radici di un albero attivando un meccanismo di auto-innesto, per una casa che cresce nel tempo insieme alla natura.
Case sugli alberi per un ritorno alla natura
Un’altra proposta di case sugli alberi arriva da un professore di ingegneria civile dell’Università di Dundee, in Scozia, che da anni è impegnato nella ricerca di soluzioni che possano ridurre la dipendenza del settore edilizio da materiali costruttivi inquinanti e ad alto impatto ambientale, come il calcestruzzo.
“Negli ultimi anni- spiega Anthony Leung – l’ingegneria civile ha fatto dei passi da gigante, con lo sviluppo di diverse tecniche costruttive innovative e basso emissive, contribuendo a un miglioramento della sostenibilità ambientare del costruito e della resilienza delle opere infrastrutturale”.
Perché non utilizzarle e perché non smettere di usare materiali tradizionali in favore di degni sostituti naturali e più rispettosi dell’ambiente? È ciò che ha cercato di fare l’ingegnere, dimostrando come si possa creare un ambiente abitativo più salubre ed energeticamente efficiente basandosi esclusivamente su elementi naturali.
Tronco dell’albero come struttura portante
L’invenzione di Anthony Leung è una ‘eco-treehouse’, una casa costruita attorno a un albero che ne funge da supporto centrale.
“Strutturalmente, un tronco d’albero con un diametro piuttosto grande è sufficientemente forte e stabile da supportare il peso di un’abitazione e da resistere a compressione e tensione – spiega Leung – E riesce a trasportare e trasmettere i carichi del pavimento alle fondazioni”.
Regolazione naturale della temperatura interna
Per ottenere una temperatura interna confortevole, l’edilizia tradizionale impiega sistemi che consumano un ingente quantitativo di energia e producendo al tempo stesso molte emissioni nocive. Il concept di Leung si affida invece interamente alle risorse naturali: grazie alle piante rampicanti che ricoprono le pareti esterne e alle lastre in legno che hanno ottime proprietà di isolamento termico, la struttura riesce a regolare la temperatura esterna senza ricorrere a impianti meccanici.
Il processo naturale di evapotraspirazione della vegetazione regola ulteriormente il clima interno, contribuendo anche a mitigare l’effetto isola di calore, tipico degli ambienti urbani.
Niente si butta, tutto si riusa
Un’ulteriore contributo arriva dalla copertura realizzata in cima all’abitazione che protegge gli interni dai raggi solari o da neve e pioggia ed essendo interamente ricoperta di verde è anche una soluzione per assorbire l’acqua piovana. Quella in eccesso viene raccolta e fatta defluire in un mini impianto di trattamento e depurazione che la filtra e la rende nuovamente utilizzabile per scopi domestici. Anche, e soprattutto, i rifiuti organici degli abitanti della casa non vengono buttati via ma raccolti e depurati per diventare concime per l’albero.
Un ciclo virtuoso e sostenibile
La casa funziona come un sistema che si auto-alimenta, in un ciclo virtuoso e interamente sostenibile. Leung descrive questa soluzione come un modo per tornare a vivere in armonia con la natura, sfruttando le conoscenze acquisite in tutti questi anni e utilizzando tecniche e tecnologie in modo eco-friendly.
“Il nostro progetto di case sugli alberi- conclude l’ingegnere- non è stato pensato per un luogo specifico ma lo vediamo piuttosto come una spinta a una riflessione profonda sulla progettazione e sulla necessità di invertire la rotta rispetto ai modelli costruttivi tradizionali“.
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