Cambiamento climatico: meno caffè e cacao, più coca
CAFFÈ E CACAO: È UN ADDIO? Non è solo il rischio ebola a minacciare il cacao: il cambiamento climatico sta mettendo a repentaglio la vita di moltissime specie vegetali. Secondo l’Agenzia Europea per l’ambiente le piante maggiormente a rischio sono quelle del cacao e del caffè: non serve tirare in ballo tormentoni come “che mondo sarebbe senza…” per comprendere la drammaticità del fenomeno. La produzione mondiale di caffè, nel particolare, è messa a dura prova dalla siccità, per non parlare della spaventosa infezione da funghi che ha preso piede sia in Africa che in Brasile. Ma se anche le malattie e la siccità dovessero scomparire, il solo riscaldamento globale sembrerebbe poter abbassare drasticamente la produzione di questa e di moltissime altre preziose piante: si parla del 25% di produzione in meno nel caso dei fagioli, dei peschi, dei susini, degli albicocchi, dei mandorli e perfino dei ciliegi.
LA COCA SOPRAVVIVRÀ. Per un beffardo scherzo del destino, la pianta che sopravviverà senza problemi all’innalzamento delle temperature sarà la coca, utilizzata per la produzione della cocaina. Secondo uno studio pubblicato sul sito The Daily Climate, le piantagioni di coca riusciranno ad avere la meglio anche sul temutissimo aumento di 4 gradi stimato entro la fine del secolo. Come ha illustrato Charles Helling, del Dipartimento statunitense per l’Agricoltura, «la coca è unica nel suo genere, avendo uno strato di cera che protegge le foglie aiutandole a perdere meno acqua». Come se non bastasse, i cambiamenti climatici potrebbero perfino favorire i coltivatori sudamericani, offrendo nuovi terreni per le coltivazioni ad altitudini maggiori.
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