Il cambiamento climatico è già qui, ecco perché
Il cambiamento climatico è già qui: a costo di sembrare un disco rotto, è necessario ripeterselo, e ripeterlo pure agli altri. A quelli che pensano che sia tutta una bufala inventata dai cinesi, a quelli che continuano ad investire nel carbone, a quelli che vogliono ricominciare le trivellazioni nell’Artico… ma il fatto che il cambiamento climatico è già qui va ricordato anche a chi usa la propria inquinante automobile a benzina anche quando potrebbe spostarsi in modo più salubre e talvolta persino più veloce in bicicletta, a piedi o con i mezzi pubblici, oppure a chi già adesso, al volgere dell’estate, sembra voler allungare la mano verso il termostato per accendere il riscaldamento di casa. Il cambiamento climatico è già qui, e dovremmo ricordarcelo almeno una volta al giorno, magari non appena alzati, per non farci iniziare la giornata con questo schiacciante peso sul groppone, ma di sicuro un momento prima di uscire di casa per andare a lavoro. Prima di mettere il piede fuori dalla soglia, ricordarsi che «il cambiamento climatico è già qui», e comportarsi di conseguenza, così da poter tornare a casa, la sera, consapevoli di aver fatto il possibile per evitare al pianeta almeno un po’ di emissioni nocive. Ma al di là dei lavori degli scienziati – che qualcuno giudica pagati da malefiche lobby ecoambientaliste – come si fa a dire che il cambiamento climatico è già qui? Lo sentiamo sulla nostra pelle? Questo climate change ha forse un odore, ha una data d’inizio, è stato profetizzato da qualche santone? Come possiamo dunque esserne così sicuri?
Come si fa a dire a pelle che il cambiamento climatico è già qui?
Il cambiamento climatico è già qui perché le temperature si stanno alzando anno dopo anno. Ma certo di questo non ce ne accorgiamo direttamente in modo esplicito: nelle più calde giornate di luglio si boccheggiava anche dieci, venti, cinquant’anni fa. Certo, sappiamo che tutti i dieci anni più caldi degli ultimi secoli si sono succeduti dal 1998 in poi, sappiamo che il 2016 è stata l’anno più caldo di sempre, con un aumento medio di 1,2 gradi rispetto al periodo di riferimento che però arriva fino ad uno scostamento di quasi 5 gradi nell’estremo nord dell’emisfero boreale. Ma è comunque difficile dire ‘a pelle’ che le temperature si sono alzate, non siamo dei termometri con due gambe e due braccia. Questo non vuol dire però che non ci siano altri chiari e lampanti segnali del fatto che il cambiamento climatico è già qui, pur volendo fare le orecchie da mercante di fronte agli studi scientifici: come si può infatti fare finta di niente davanti alla siccità che sempre più spesso colpisce il nostro Paese? Come si fa a non vedere che ormai manca l’acqua proprio lì dove c’è sempre stata?
Il segnale più forte e visibile per tutti: la siccità
Quest’estate l’Italia ha conosciuto una siccità devastante: abbiamo visto svuotarsi i letti dei fiumi, abbiamo visto intere foreste distrutte da incendi che si propagavano in modo fulmineo, e abbiamo visto laghi ridursi a pozzanghere e acquitrini. Le precipitazioni sono state del 47,4% rispetto alla media del periodo, lasciando a secco due terzi della Penisola, con danni miliardari per l’agricoltura. Insomma, quest’estate agli italiani bastava avvicinarsi a uno specchio d’acqua per rendersi conto che sì, il cambiamento climatico è già qui: un uomo nel suo piccolo non può certo toccare con mano l’innalzamento del livello del mare, né l’aumento delle temperature, né può vedere i ghiacci dell’Artico mentre si sciolgono. Può però vedere il lago trasformarsi in un cratere, e alzando un po’ lo sguardo talvolta può perfino vedere che lì, dove fino a qualche anno fa c’erano dei ghiacciai, ora c’è solo ghiaione e roccia.
Il cambiamento climatico e le statistiche
A confermare tutto questo arrivano i dati dell‘Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra): per chi non crede all’esistenza delle lobby della sostenibilità e ai carbonari delle rinnovabili, va pur sottolineato che il cambiamento climatico, dal punto di vista prettamente scientifico, è dimostrato prima di tutto dai numeri e dalle statistiche. E veniamo così a sapere che, eccezion fatta per ottobre, tutti i mesi del 2016 sono stati più caldi della norma, con le maggiori anomalie termiche non d’estate ma d’inverno, con un aumento della temperatura media di oltre 2 gradi centigradi. E anche l’anno scorso, va ricordato, è stato segnato da una marcata siccità.
Lo dice la comunità scientifica (tutta)
La temperatura sta salendo, i ghiacciai si stanno sciogliendo, il livello dei mari sta aumentando, la siccità sta diventando un fattore cronico. Certo, ci sono e ci saranno sempre politici, opinionisti e soprattutto uomini legati all’industria dei combustibili fossili pronti a dire il contrario, ma è un dato di fatto, la comunità scientifica è concorde nell’affermare la concretezza del cambiamento climatico e ad attribuire gran parte della colpa all’uomo. Nel 2013, ovvero l’ultimo anno analizzato in questo senso, su oltre 3.000 pubblicazioni scientifiche verificate, solo una si dissociava dalle altre dicendo che l’uomo non ha colpe per quanto riguarda il cambiamento climatico.
Oltre il singolo evento
Insomma, il cambiamento climatico è già qui, ed è più grave delle guerre che sconvolgono il pianeta: nel 2015 il numero di sfollati per cause ambientali (siccità, alluvioni, uragani) è stato più del doppio rispetto a quello degli sfollati per i conflitti armati. Insomma non sono ipotesi, non sono opinioni, non sono stime per il futuro, non si parla di un’isolata ondata di caldo o di qualche settimana senza pioggia, non si parla del singolo evento. Lo ripetiamo, il cambiamento climatico è già qui, e ci ricorda che dobbiamo fare di tutto per fermarlo, ma che dobbiamo anche imparare a conviverci.
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