A caccia di ecomostri
COS’È UN ECOMOSTRO. ‘Ecomostro’ è una parola ormai ampiamente diffusa nel linguaggio quotidiano degli italiani. Fu coniata anni addietro da Legambiente, ad indicare un edificio gravemente incompatibile con l’ambiente naturale circostante. Di fatto è un termine che non trova una traduzione letterale in altre lingue, a dimostrare come il fenomeno sia tutto italiano. Costruzioni fuorilegge, in aree del tutto inadatte, o magari pericolose. In cima alla lista degli ecomostri di Legambiente fino a pochi giorni fa c’era l’Alimuri, uno scheletro di albergo che da quarant’anni deturpava la costa sorrentina: ora finalmente questo rudere infame è stato abbattuto, ma la penisola italiana conta ancora tantissimi ecomostri.
SICILIA MA NON SOLO. Nella lista nera degli ecomostri di Legambiente campeggia nelle primissime posizioni la siciliana ‘collina del disonore’ di Pizzo Sella, un promontorio che a pochi metri dal mare di Mondello ospita 170 abbozzi di ville iniziate negli anni Settanta e mai portate a termine. Una lottizzazione abusiva da manuale, portata avanti da un’impresa di costruzioni intestata a Rosa Greco, sorella del noto boss di Cosa Nostra Michele Greco. Sempre in Sicilia, un altro ecomostro entrato nella lista di Legambiente è lo scheletro dell’albergo Aloha Mare in provincia di Catania, una struttura abusiva incompiuta che rovina il paesaggio offerto della scarpata sul mare all’interno della Riserva naturale della Timpa. Ma gli ecomostri non sono solo in Sicilia: è tristemente famoso l’intero villaggio a Torre Mileto, in provincia di Foggia, abusivo dalla prima all’ultima abitazione. Migliaia di villini costruiti sul bagnasciuga, senza fondamenta né rete fognaria. Insomma, c’è ancora tanto da fare. Ma il caso dell’Alimuri ha dimostrato come un’azione continua da parte di ambientalisti e forze politiche possa portare a dei risultati concreti.
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