Biotecnologie per la bioagricoltura, storia di una grande mela e del baco che la aiutava a crescere
Agricoltura di precisione e biotecnologie per la bioagricoltura: vi sveliamo alcuni segreti di un giovane contadino newyorkese che ha deciso di abbandonare la città per tornare lì dove erano le sue origini… in una fattoria non troppo distante dal cuore della Grande Mela.
Biotecnologie per la bioagricoltura, anche un una megalopoli è possibile
Sì avete capito bene, è di New York che vi stiamo per parlare! Questa è la storia di Josh Morgenthau che ha deciso di tornare lì dove i suoi nonni avevano gettato le basi di una fattoria nel lontano 1913. Morgenthau non è cresciuto in quella fattoria perché i suoi genitori lavoravano a New York, ma ora si è trasferito qui, nella Valle dell’Hudson, dopo il college nel 2008 e oggi è un agricoltore che pensa alla sostenibilità, all’agricoltura ecologica e a sperimentare nuove bio tecnologie.
L’arte dell’agricoltura
Josh nasce come un artista e infatti confessa che era tornato alla fattoria col solo intento di avere più spazio e tempo per dipingere, ma poi ha iniziato a partecipare ai lavori nella fattoria e a coltivare e ad andare in giardino e si è innamorato di quel lavoro e della ricerca sulle biotecnologie per la bioagricoltura che scaturiscono dalle sue esperienze “sul campo”.
Che tipo ricerche?
Stiamo osservando dei parassiti del suolo che si chiamano nematodi. Si tratta di un parassita che può spazzare via il raccolto in un frutteto biologico se non viene gestito nel miglior modo possibile dice a una testata statunitense che lo ha raggiunto e poi continua: stiamo lavorando su un biopesticida che se funziona potrà migliorare molto il nostro lavoro. Molti coltivatori spruzzano un pesticida ad ampio spettro attraverso l’intero frutteto e questo può danneggiare l’ecosistema e la terra locale. Gran parte della nostra strategia è finalizzata a ridurre al minimo l’uso di pesticidi e a spostare sempre un po’ più in avanti l’asticella delle tecniche di biocontrollo.
Che cos’è il biocontrollo?
Il biocontrollo, termine generico che si utilizza per indicare tutto quello che è alternativo alla chimica, consiste nell’utilizzo di insetti, batteri, funghi – in generale tutto ciò che è vivente – come nemici naturali di altri organismi patogeni delle piante. Agenti di biocontrollo sono impiegati nei campi più diversi, da trattamenti sui semi alle coltivazioni in pieno campo.
In particolare i funghi sono ampiamente studiati allo scopo di comprendere i meccanismi alla base delle interazioni per poi valutarne le potenziali applicazioni. Le specie di funghi appartenenti al genere Trichoderma sono diffuse in tutto il mondo e ubiquitarie in molti dei nostri suoli, isolabili dal terreno stesso o da sostanza organica, principalmente il legno. La rapida crescita e la produzione di numerose spore, tutte con sfumature dal bianco al verde intenso, sono le principali caratteristiche di questo genere.
Rigore e coerenza nella fattoria newyorkese
Dentro i confini della fattoria gestita da Josh non si usano erbicidi sintetici in nessun punto della vasta area, ma un mix di pacciamatura di trucioli di legno e falciatura e coltivazione per incoraggiare nei terreni sani la proliferazione di zone fungine che aiutano molti alberi ad avere accesso a più micronutrienti e a creare un sistema di radici più sano e resistente.
Quello che avviene in questa fattoria è soltanto la punta di un iceberg che da diverso tempo sta lottando per emergere sempre di più. Un altro tipo di agricoltura sembra essere possibile e senza utilizzare la chimica, ma soltanto la “natura”. questa è più di una possibilità che se prima non sembrava attuabile adesso non solo lo è (e sembra anche produrre dei risultanti rilevanti) ma è addirittura la procedura che più di ogni altra ci si augura.
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