Bioenergia cos’è e come si ricava
La bioenergia è l’energia che si crea dalla biomassa. Vedremo cos’è, come avviene la trasformazione di questo tipo di energia eco sostenibile e rinnovabile e come mai alcuni non sono favorevoli mentre altri stati ne incentivano l’uso.
La biomassa
Cominciamo a capire che cos’è la biomassa, la materia principale per poter avere la bioenergia. La terra produce tonnellate di organismi vivi che poi muoiono: alberi, piante, scarti di animali, carogne di animali, microbi eccetera. Tutte le tipologie di vegetali e animali di scarto costituiscono la biomassa, che si chiama così perché è un residuo di materiale organico biologico.
In una direttiva del Parlamento Europeo sull’uso dell’energia da fonti rinnovabili, la biomassa viene definita come una parte degradabile dei prodotti, rifiuti e residui di origine biologica provenienti da animali e vegetali. La bioenergia si genera a partire dalla biomassa ed è rinnovabile, la maggior parte proviene da legna, scarti agricoli combustibili e oli vegetali.
La legna è usata da molti secoli come fonte di energia e viene tuttora sfruttata a livello domestico nei caminetti. Questo è un tipo di uso di bioenergia su piccola scala, ma si può allargare a livello industriale, perché la biomassa si può usare per ottenere energia termica, calore ed energia elettrica. La biomassa liquida, chiamata anche agro combustibile è gassosa sotto forma di biogas e si usa per il trasporto.
La bioenergia in Europa
Durante gli ultimi anni nei paesi industrializzati sono state consumate moltissime riserve fossili ovvero gas naturale, carbone e petrolio, perché sono sempre state le principali fonti di energia. Queste materie non sono però eterne, infatti sono chiamate anche energie non rinnovabili, pertanto si sta cercando di sostituire l’energia fossile con la bioenergia, ovvero quella creata dalle biomasse. Questo tipo di energia è meno inquinante, si rinnova e non potrà finire mai.
Tutti gli stati membri dell’Unione Europea puntano a stimolare l’impiego di tecnologie biologiche con notevoli contributi, incentivi ed ecobonus. In Europa i due terzi dell’energia è costituito da bioenergia e proviene da fonti rinnovabili, il 25% è prodotto da energia eolica o solare. I paesi dell’organizzazione per lo sviluppo economico hanno erogato molti milioni di dollari per contribuire all’economia della bioenergia e l’Europa sta sviluppando infrastrutture per trattare le biomasse, cioè centrali energetiche su larga scala per creare bioenergie.
In Italia, Spagna, Gran Bretagna e Germania e molti altri paesi sono in costruzione centrali elettriche per produrre calore ed elettricità che funzionano con materiali come oli vegetali o di palma. Gli impianti di bioenergia emettono molto meno inquinamento e anidride carbonica nel sistema rispetto alle centrali che trattano combustibile fossile.
Il problema della deforestazione
La biomassa per produrre bioenergia è costituita per la maggior parte da legname e questo può avere un grave impatto sull’ambiente. Tuttavia occorreranno molti anni prima che in Europa vi sia scarsità di legname, sebbene per avere enormi quantità di biomassa in modo da alimentare gli impianti che producono bio energia, siano necessarie grandi superfici di terre produttive.
Occorrono boschi, foreste e coltivazioni dalle quali ricavare gli scarti e il materiale da poter lavorare. Contrariamente a quello che si può pensare, il legno non è rinnovabile, inoltre bruciandolo si liberano sostanze nocive quali anidride carbonica e polveri sottili. Per qualcuno la biomassa danneggerebbe le risorse naturali e i beni comuni, perché consumerebbe le risorse di legname presenti nel pianeta.Ottenere la quantità di biomassa necessaria alle centrali elettriche per produrre bioenergia è un processo costoso e difficile su scala industriale, che potrebbe addirittura essere una minaccia per le foreste e la biodiversità. Per rifornire le centrali in maniera efficiente ed economica a volte si usano altri tipi di materiali derivanti dalla decomposizione.
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