Biodome Amazon: tre sfere di vetro con 40mila piante
Rende onore al suo nome, Amazon, con il progetto del nuovo campus di Seattle. Le tre sfere di vetro e acciaio che ospiteranno uffici e negozi sono state concepite come dei biodome, ovvero degli ecosistemi chiusi all’interno dei quali cresceranno ben 40.000 piante. Una foresta amazzonica in miniatura.
La prima pianta del biodome è una felce australiana
Proprio negli scorsi giorni è stata piantata la prima pianta, una felce australiana che, prima di essere accolta nella serra del biodome, è stata fatta crescere per tre anni in un altro spazio Amazon poco lontano.
Quando il colosso dell’e-commerce ha iniziato a costruire il suo nuovo campus cinque anni fa, ha insistito sulla realizzazione di un progetto che prevedesse un’integrazione con la natura. L’obiettivo non era semplicemente quello di creare delle aree verdi dove la vegetazione potesse svilupparsi rigogliosa ma di andare oltre, creando una sorta di ecosistema dove piante e dipendenti potessero coesistere armoniosamente.
Come coniugare le diverse esigenze climatiche di piante ed esseri umani?
Amazon ha scelto di affidare il progetto allo studio NBBJ che ha vagliato diverse forme per la struttura degli edifici prima di scegliere quella a sfera, ritenuta la più efficiente. Le cupole, realizzate in pannelli di vetro disposti su un telaio in acciaio, creano delle biosfere chiuse dove la natura e le attività lavorative si uniscono. Questo ha significato affrontare una sfida importante, perché piante ed esseri umani hanno bisogno di condizioni climatiche e di comfort completamente diverse: la vegetazione prospera in ambienti caldi e umidi, le persone no.
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Piante da 50 diversi paesi del mondo
Per coniugare queste esigenze differenti, si è cercato di scegliere quelle tipologie di piante che riescono a vivere in un clima il più simile possibile a quello di Seattle e che potessero incontrare anche il favore degli occupanti. Sono state quindi vagliati arbusti che crescono nelle foreste dell’Ecuador, della Costa Rica e in alcune aree della Cina. Il prossimo mese verrà trasportato un albero alto quasi 20 metri dalla California, che verrà piantato nel biodome. Poi ne verranno altri, provenienti complessivamente da 50 paesi al mondo, che andranno ad occupare il muro verde di 60 metri dei biodome.
Biosfere dai pannelli pentagonali per far entrare più luce
Alcune di queste piante, come muschio, felci e calathea, non ha problemi con la scarsa illuminazione. Altre invece, come l’aloe africana, hanno bisogno di un forte irraggiamento. Per creare delle condizioni ottimali per ciascuna specie, gli architetti, al posto dei canonici pannelli triangolari comunemente usati nelle cupole, hanno scelto dei pannelli più grandi, pentagonali, che consentono un maggiore ingresso di raggi solari. Novanta luci a led dotate di sensori forniscono poi un’illuminazione supplementare in caso di necessità.
Un team di orticoltori curerà la vegetazione
Le 40mila specie vegetali avranno chiaramente bisogno di molta acqua e Amazon ha scelto di non automatizzare l’irrigazione ma di farla gestire da un team di orticoltori che curerà i biodome.
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Le aziende tech amano sempre più la natura
L’esempio di Amazon in realtà non è l’unico. Anzi, sembra che ultimamente le aziende più innovative si siano d’un tratto innamorate della natura. Airbnb ha installato un muro vivente nella hall della sua sede di San Francisco, Apple ha intenzione di realizzare una piccola foresta con 8mila alberi nel suo nuovo campus di Cupertino e Adobe ha incorporato il design biofilo nei suoi uffici a San Jose, in California. Il futuro promette bene…
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