Bill Gates
Cambiamento climatico

Bill Gates e altri colossi investono nelle rinnovabili

«Investire insieme per trasformare il futuro» si presenta così la joint venture presieduta da Bill Gates per combattere i cambiamenti climatici. Si chiama Breakthrough Energy Ventures (BEV) e al momento conta un fondo di 1 miliardo di dollari da investire in tecnologie e ricerca a favore delle energie rinnovabili.

Tra gli investitori privati che hanno preso parte all’iniziativa e che stanno contribuendo al fondo,  nomi importanti come quello di Jeff Bezos fondatore di Amazon, Reid Hoffman cofondatore di Linkedin, Michael Bloomberg ex sindaco di New York, Richard Branson di Virgin e Jack Ma di Alibaba. Personalità tra le più ricche al mondo (Bill Gates si riconferma quest’anno come uomo più ricco del mondo con un patrimonio di oltre 80 miliardi di dollari) si sono sedute attorno ad un tavolo e hanno deciso di agire concretamente di fronte l’urgenza dei cambi climatici:

“Non possiamo aspettare che il sistema cambi attraverso i cicli normali – si legge sul sito della coalizione –  bisogna accelerare il ciclo di innovazione attraverso investimenti, partnership, e leadership di pensiero”.

Cinque grandi sfide da realizzare

L’innovazione di cui Breakthrough Energy si fa portatrice si applica ai cinque settori maggiormente responsabili delle emissioni di gas serra, definite come le “cinque grandi sfide” su cui concentrare i capitali da investire:

  •  l’energia elettrica (fornire energia pulita e a prezzi accessibili)
  •  i trasporti (spostarsi senza emettere carbonio)
  •  l’agricoltura (produrre abbastanza cibo per il pianeta senza contribuire al cambiamento climatico)
  •  l’industria (realizzare tutto ciò che usiamo senza emissioni di gas a effetto serra)
  •  l’edilizia (fornire energia elettrica a zero emissioni di carbonio per le nostre case, uffici, ospedali, scuole…)

All’interno di ciascuna di queste grandi sfide sono state poi individuate diverse missioni tecniche, diverse aree in cui la ricerca e gli investimenti potranno sviluppare soluzioni per avvicinarci ad futuro senza emissioni.

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L’innovazione sostenuta da investitori pubblici ma anche da quelli privati

L’impegno dell’iniziativa lanciata da Bill Gates è quello di creare una vasta rete di capitali pubblici e privati che portino alla creazione di innovazioni nel mercato delle rinnovabili. Viene riconosciuto un ruolo fondamentale ai governi per la tutela degli interessi pubblici ma i finanziamenti statali non sono sufficienti, c’è bisogno – sempre secondo la visione di Breakthrough Energy – delle competenze e delle risorse di grossi investitori che sanno come portare un’innovazione dal laboratorio al mercato, che sappiano cioè valutare il potenziale di successo e si assumano il rischio. Ci vogliono però capitali “pazienti e flessibili” perché la transizione energetica non è qualcosa di cui si vedono i guadagni nel breve termine.

Un miliardo in progetti tecnologici e ricerca

Creare il fondo è il primo passo concreto messo in atto dopo la creazione della Breakthrough Energy Coalition, nel 2015. Il miliardo di dollari sarà investito in progetti che riguardano ad esempio la cattura di CO2, il design di tecnologie per il riciclo di materiali, la generazione e lo stoccaggio di energia e molti altri. Gli investimenti saranno fatti sulla base di quattro criteri:

  1. Tecnologie con un forte impatto nella riduzione delle emissioni (nella misura di almeno mezzo gigatone);
  2. Aziende capaci di attrarre capitali al di fuori della BEV;
  3. Tecnologie che abbiano una base scientifica dietro e che possano essere significativamente implementate;
  4. Società che si rispecchiano nei valori della BEV, come la pazienza, il rigore scientifico, la capacità di investimenti flessibili e un significativo network globale.

«Le tecnologie rinnovabili – ha affermato Bill Gates durante la COP21 di Parigi dell’anno scorso dove ha annuncio la nascita di Breakthrough Energy Coalition prodotte fino ad oggi, come l’eolico o il solare, hanno fatto molti progressi e potrebbero essere un passo verso la produzione di energia completamente a zero carbone del futuro. Ma la sfida è imponente e abbiamo bisogno di esplorare percorsi diversi e inventare nuovi approcci. Saranno le aziende private che svilupperanno nuove forme di energia ma sulla base della ricerca scientifica che solo i governi possono finanziare. Sono ottimista sul fatto che possiamo inventare gli strumenti di cui abbiamo bisogno per generare energia pulita, accessibile ed affidabile. Spero che tanti altri investitori e governi si uniscano al nostro progetto».