Bikeconomy: ecco perché la bicicletta è il mezzo del futuro
Bikeconomy, i vantaggi della bicicletta
Non è la mela che toglie il medico di torno. È la bicicletta: lasciare l’automobile nel garage e spostarsi su queste due ruote è infatti un vero toccasana per la salute. Ma non è solo la nostra salute a giovarne. Basti pensare al fatto che, se tutti quanti i cittadini europei decidessero di utilizzare la bicicletta al posto dei veicoli a motore per gli spostamenti brevi (5 chilometri al giorno), si raggiungerebbero d’un colpo la metà degli obiettivi finalizzati a ridurre le emissioni dei trasporti in Europa. Muoversi i bici fa dunque bene alla salute, rispetta l’ambiente, ci fa risparmiare parecchi soldi, e inoltre crea nuovi posti di lavoro. Non per niente negli ultimi anni si è iniziato a parlare della Bikeconomy, ovvero di un macrosistema che valuta in termini economici tutti i vantaggi sanitari, sociali e ambientali connessi all’utilizzo della bicicletta.
L’esempio di Copenaghen
Quello della Bikeconomy non è un universo ristretto, anzi: solo nel nostro continente questa florida economia vale circa 200 miliardi euro, e dà lavoro a più di 70.000 persone. Sono numeri sbalorditivi, ma non sono nulla rispetto a quello che potrebbero realmente essere: si pensi per esempio alla pochezza degli spostamenti in bicicletta degli italiani rispetto a quelli dei cittadini di Copenaghen. Nella città danese, infatti, il 26% degli spostamenti avviene pedalando. Se tutte le città europee seguissero l’esempio della capitale della Danimarca, si creerebbero automaticamente 76.600 nuovi posti di lavoro.
Gli italiani: molte bici, poche pedalate
Quello italiano, nel contesto europeo della Bikeconomy, è un panorama abbastanza atipico. Gli italiani non pedalano infatti molto, anzi, se confrontati ai danesi pedalano pochissimo. Ma se la domanda interna di biciclette è molto bassa, è l’export a far volare la produzione nazionale: l’Italia è infatti un Paese Leader in Europa per la realizzazione di biciclette e componenti ciclistici, con più di 8.000 lavoratori nel settore. Non ci mancano dunque i mezzi per pedalare di più ogni singolo giorno: ad essere in difetto, come vedremo, sono invece le strutture. In ogni caso, va sottolineato che il turismo sostenibile (quindi il cicloturismo, ma anche trekking, visite ai parchi etc) rappresenta anno dopo anno una quota crescente del Pil italiano: questo significa che, almeno in parte, i turisti stranieri pedalano anche per noi.
Il primo rapporto dedicato alla Bikeconomy
A raggruppare tutti i vantaggi della bicicletta è stato il primo rapporto dedicato alla Bikeconomy, a cura delle Fondazione Manlio Masi. Presentato durante il Forum Nazionale sulla Bikeconomy, al Museo Maxxi di Roma, lo studio ha analizzato le ricadute positive della bicicletta sull’ambiente, sulla salute e sul turismo. È per esempio interessante notare che, nella frenesia della nostra società, abbiamo finito per riporre tutte le nostre speranze per una mobilità migliore nelle automobili elettriche, dimenticandoci che – almeno in un contesto urbano – dei semplici spostamenti in bicicletta sarebbero molto meno costosi di intere flotte di veicoli elettrici. Basti pensare che, stando alle cifre riportate nel rapporto, aumentando l’utilizzo della bicicletta fino all’11% del totale dei trasporto entro il 2030 e fino al 14% entro il 2050, la società potrebbe risparmiare circa 24 trilioni di dollari in carburante, emissioni di anidride carbonica e costi diretti dei mezzi di trasporto.
Più biciclette, minore spesa sanitaria
Rispettando l’ambiente senza spendere alcun soldo in carburante, come anticipato, potrebbe aiutarci a rinvigorire la nostra salute, facendoci risparmiare doppiamente. Uno studio statunitense ha infatti dimostrato che i costi dell’assistenza sanitaria riguardanti l’inattività fisica si collocano tra i 24,3 e i 37,2 miliardi di dollari, ovvero tra il 2,4% e il 3,7% dell’ammontare complessivo dell’assistenza sanitaria. Alla luce di questi dati, non può stupire il fatto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità abbia valutato in 110 miliardi di euro, nel solo contesto europeo, il risparmio che si potrebbe ottenere con un maggiore utilizzo della bicicletta. Se vogliamo invece guardare solamente alla salute, senza tener conto del lato economico, possiamo pensare che un anno di bicicletta, con 2.590 chilometri pedalati (circa 7 chilometri al giorno) può aumentare la prospettiva di vita di una persona di 0.025 anni: pedalare tutti i giorni nell’intero arco di un’esistenza, dunque, potrebbe allungare significativamente la nostra vita, molto più di mille medicinali.
La crescita del ciclo-turismo
La bicicletta non è però solo salute, economia e rispetto dell’ambiente: è anche divertimento e scoperta. Il ciclo-turismo è un fenomeno che cresce di anno in anno, e nel nostro continente muove ormai 44 miliardi di euro. Si è calcolato, tra le altre cose, che ogni singolo chilometro di ciclabile turistica ha un indotto stimato tra i 110.000 e i 350.000 euro. Non deve quindi sorprendere che in Italia – per ora non il massimo per quanto riguarda le infrastrutture – ci siano molti progetti in attesa di sviluppo: gli obiettivi più audaci sono la pista ciclabile VENTO, che sorgerà lungo gli argini del Po, con ben 679 chilometri totali, e il Grab di Roma, una vera e propria ciclovia per turisti, la quale con i suoi 40 chilometri dovrebbe coprire un’invidiabile percorso archeologico nella città eterna. In attesa del rafforzamento delle infrastrutture italiane, per ora le mete più gettonate del ciclo-turismo europeo sono Francia e Austria. Il fiore all’occhiello della Bikeconomy europea è però il progetto EuroVelo, ovvero una rete ciclabile di oltre 66.000 chilometri su 12 percorsi: a lavori terminati (per ora i chilometri effettivamente percorribili sono 45.000) il continente sarà percorribile in lungo e in largo, con ben 4 itinerari sul territorio italiano.
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