Pedalare fa bene, eccome: ecco la bicicletta mangia smog
Siamo abituati a pensare che, per avere un’aria più pulita in città, l’unica risposta possibile sia inquinare meno. In altre parole, dunque, si dovrebbero spegnere o convertire le industrie più inquinanti, e si dovrebbero lasciare a casa le automobili – se non quelle elettriche – per muoversi a piedi, in bicicletta o con il servizio pubblico. Però – c’è un però – anche nel migliore dei casi l’aria resterebbe inquinata: non produrre emissioni, o produrne meno, non vuol dire automaticamente avere dell’aria pulita. No, lo smog va anche eliminato, ed è da qui che nasce l’idea della bicicletta mangia smog dello Studio Roosegaarde.
Dalla Smog Free Tower alla bicicletta mangia smog
L’artista olandese Daan Roosegaarde non ha certo bisogno di grandi presentazioni, essendo famoso in tutto il mondo per tutti le sue creazioni capaci di creare nuovi e sorprendenti rapporti tra l’uomo, la città, la tecnologia e l’ambiente. Prima di arrivare alla bicicletta mangia smog, Roosegaarde aveva stupito alcune tra le metropoli più inquinate del pianeta con la Smog Free Tower, che lui stesso definì come «la più grossa aspirapolvere del mondo». Grazie ad una speciale tecnologia agli ioni queste torri sono infatti in grado di pulire l’aria circostante, rendendola fino al 75% più pura. Ovviamente quella di creare delle piccole isole libere dallo smog è un’azione di pura sensibilizzazione dei cittadini, affinché, provando una tale sensazione di benessere, possano concentrarsi maggiormente verso un futuro più sostenibile e senza emissioni nocive. Le torri di Roosegaard sono state installate a Rotterdam, Pechino e Tientsin. Ed è proprio il governo centrale di Pechino ad essersi mostrato particolarmente interessato all’ultima idea dell’artista olandese, ovvero la bicicletta mangia smog.
Una bici con ionizzatore
Rispetto alla Smog Free Tower, la bicicletta mangia smog è una soluzione più piccola e personale. Scegliere di pedalare anziché prendere la propria automobile è da sempre un gesto sostenibile e salutare, ma con le due ruote progettate dal designer olandese il tutto viene amplificato. La bicicletta mangia smog è infatti dotata di un apposito purificatore d’aria, il quale viene azionato dal movimento dei pedali. Il funzionamento, di per sé, è piuttosto immediato: anche qui, come per la Torre, parliamo di uno ionizzatore. Di fatto l’aria passa attraverso lo ionizzatore montato sul manubrio della bicicletta, nel quale le polveri sottili vengono caricate elettrostaticamente e quindi precipitano, mentre invece l’aria fuoriesce pura e pulita. La Smog Free Bycicle è tuttora in fase di test, ma ha già ricevuto l’appoggio del governo cinese, alla continua ricerca di nuove tecnologie in grado di ridurre gli altissimi livelli di smog di Pechino e delle altre metropoli.
Parte della soluzione, non del problema
I servizi di bike sharing stanno crescendo nelle inquinatissime città cinesi, e quindi le biciclette di Roosegaarde potrebbero inserirsi in questo nuovo mercato e dare un decisivo contributo nella progressiva pulizia dell’aria cinese. «Un tempo Pechino era una città iconica per le biciclette» ha spiegato Daan Roosegaarde «e vogliamo riportarla indietro verso le due ruote, le quali non sono solo un simbolo culturale della Cina, ma anche il prossimo step verso le città senza inquinamento». La soluzione del designer olandese, dunque, è quella di risolvere il problema dell’inquinamento urbano facendo sì che le persone comuni diventino parte della soluzione, anziché parte del problema. Con una bicicletta mangia smog, infatti, ognuno potrà contribuire concretamente a ripulire l’aria della propria città. Ai cittadini, di fatto, non verrebbe chiesto nient’altro che pedalare da casa a lavoro, o verso il parco cittadino, o per fare la spesa: semplice, no?
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