Barriere coralline a rischio: in Florida un programma per ripiantare i coralli
Negli ultimi 40 anni si calcola che sia andato perso tra il 25 e il 40% delle barriere coralline presenti nei fondali marini di tutto il mondo. In alcune zone della Florida e dei Caraibi, la copertura di corallo è diminuita addirittura del 50-80% in soli tre decenni. Le cause vanno dall’aumento della temperatura dei mari, in primis, alla crescente acidificazione degli oceani, dalla pesca intensiva alle malattie del corallo.
L’importanza delle barriere coralline per l’uomo e per l’ecosistema
Ma cosa significa tutto questo? E che impatto ha sull’uomo e sull’ecosistema questa veloce scomparsa delle barriere coralline? Per capirlo bisogna considerare il ruolo fondamentale che i coralli svolgono negli oceani. Le barriere coralline possono essere assimilate alle oasi che si trovano nel mezzo di un deserto. Sono cioè una riserva vitale per la vita sottomarina. Sebbene le barriere coralline coprano meno dell’1% del fondo oceanico, esse sostengono circa il 25% della vita marina.
L’importanza ricoperta da queste affascinanti formazioni rocciose sottomarine è ben spiegato in uno studio pubblicato dal Teeb (The economics of ecosystems and biodiversity), un progetto lanciato da Germania e Commissione Europea sull’economia e la perdita di biodiversità, sotto il patrocinio delle Nazioni Unite, nell’ambito del Programma Onu per l’Ambiente (Unep). Da 1 a 3 milioni di specie marine vivono nell’ecosistema creato dalle barriere coralline, praticamente quasi un quarto della fauna marina dipende dai coralli. Se le barriere coralline sparissero a farne le spese non sarebbero solo i pesci ma anche intere comunità la cui vita dipende dalla pesca, con un danno economico, oltre che umano ed ambientale incalcolabile.
Le barriere coralline difendono le coste dagli tsunami
In alcuni luoghi come nelle isole del Pacifico o in Florida le barriere coralline svolgono anche un’ altra importante funzione, quella di riparare le coste da mareggiate, tsunami o onde particolarmente violente, oltre che essere un’attrazione turistica di importante rilievo economico.
Per ripopolare le barriere in Florida si trapiantano coralli
Per scongiurare il rischio della scomparsa delle barriere coralline, o almeno per rallentarne il processo, il centro di ricerca Mote Tropical Research Laboratory in Summerland Key, Florida, ha ideato un programma di ripristino dei coralli, il Coral Reef Restoration Program. Quella che si trova nella costa della Florida è la terza barriera corallina per estensione al mondo. Il team di scienziati guidati dal Dr. David Vaughan, con questo programma stanno cercando di contrastare la crisi che le barriere coralline stanno vivendo, “ripiantando” i coralli. Ad oggi il team di lavoro del laboratorio ha piantato più di 20.000 coralli nella barriera impoverita di Florida Keys.
Fino a dieci anni fa – dice David Vaughan – era quasi impensabile piantare coralli. Siamo ormai abbastanza abituati al concetto di riforestazione, ma l’idea di ripiantare coralli è comparsa solo di recente ed è possibile farlo molto più velocemente di quanto non si pensasse. Siamo in grado oggi di piantare migliaia di coralli sugli scogli e vederli crescere abbastanza rapidamente.
La tecnica usata dal team del Mote Tropical Research Laboratory, implementata da Vaughan, si chiama tecnica del”microfragmenting” che permettere ai coralli di crescere 25 volte più veloce del normale. La crescita dei coralli infatti di norma ha tempi molto lunghi.
Abbiamo in laboratorio, o “vivaio di terra” come lo chiamiamo noi, 10.000 coralli in cattività che facciamo crescere per alcuni mesi in condizioni di luce e di qualità dell’acqua ottimali, dopodiché si passa al trapianto sott’acqua.
Il laboratorio di ricerca sta anche studiando come ottimizzare questi trapianti nelle condizioni che si prevedono in futuro, ossia temperature ancora più alte e mari ancora più acidi.
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