Bananacoin, la criptovaluta legata alle banane del Laos
In questo particolare momento storico si fa un gran parlare di cripto valute e di bitcoin. Il termine bitcoin nello specifico è entrato nelle case di svariati milioni di italiani durante la prima sera del festival di Sanremo durante l’intervento di Fiorello; probabilmente uno dei momenti più visti della TV di quest’anno. E proprio ora che tutti più o meno iniziamo a capire di cosa parliamo quando parliamo di moneta digitale e di bitcoin noi di green.it facciamo un passo in avanti e vi introduciamo un nuovo ed intrigante argomento: la bananacoin.
Che cos’è Bananacoin?
Bananacoin è prima di tutto un team di professionisti con una grande esperienza nella gestione delle prima e unica piantagione di banane Eco in Laos che coltiva e vende in maniera duratura e con profitto banane da oltre tre anni. L’obiettivo di Bananacoin è quello di rompere la tradizionale catena del business, decentrandola e portandola oltre le tradizionali istituzioni finanziarie tradizionali. Fanno parte del team oltre quaranta esperti.
Un business in crescita
Sulla terra che coltiva Bananacoin si sarebbero potuti coltivare tanti altri frutti e prodotti della terra: dai mango alla papaia, passando per il frutto della passione. E allora perché le banane? Perché sono un bene richiesto. Sempre in crescita e che difficilmente conoscerà la crisi. Insomma si tratta di un bene rifugio di breve vita e a sfondo agricolo. Inoltre la più alta domanda di banane arriva dalla Cina. Una terra che si è vista privata recentemente di ben 18 società specializzate nella coltivazione di banane perché non rispondevano a dei requisiti minimi di sicurezza nell’uso di prodotti agricoli e chimici. Questo significa che per Bananacoin il lavoro aumenterà anzi è già aumentato del 88% verso la Cina nel biennio 2014-2015 e i prossimi dati, che chi giura che saranno spaventosamente – ancora – in aumento.
Qualità Lady Finger
La società non usa prodotti chimici ed è al 100% ecologica e biologica. Il tipo di banane che vengono coltivate sono le Lady Finger: piccoli frutti lunghi fino a 12,5 cm, e rappresentano nel sud est asiatico il tipo di banana più comune.
Bananacoin e il mercato finanziario
Bananacoin sta usando un crowdfunding particolare. Per attrarre finanziatori ha introdotto nel mercato una moneta virtuale, appunto il bananacoin. L’emissione della valuta sarà decisa e collegata dal prezzo di esportazione delle banane con la garanzia per chi ci investirà che il mercato – come abbiamo visto sopratutto in Cina – è in forte espansione.
L’emissione di monete è stata dettata dalla necessità di espansione dei terreni. Sviluppare un terreno di 360 ettari costerà circa 7 milioni e mezzo di dollari. Questo aumento garantirebbe più del raddoppio del capitale e al momento il valore di un bananacoin è ancorato al prezzo di 1 kg di banane. Si tratta di un valore di poco inferire a un dollaro e che le condizioni del mercato delle banane del sud est asiatico garantiscono abbastanza sicuro se non in crescita.
E voi siete pronti a scommettere in bananacoin? Magari ne parlerà Fiorello il prossimo anno ancora dal palco dell’Ariston.
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