I bambini portoghesi fanno causa ai 47 Paesi Europei per il cambiamento climatico
Questa notizia l’abbiamo sentita tutti quanti, ma forse, in mezzo alle altre catastrofi naturali che hanno sconvolto alcune parti del Pianeta negli ultimi mesi, ce ne siamo già dimenticati. In giugno un enorme incendio ha sconvolto il Portogallo, distruggendo i boschi di Pedrógão Grande, nel centro del Paese, ed uccidendo più di sessanta persone. La descrizione che i telegiornali e i quotidiani hanno fatto di quell’incendio, per quanto ponderata, ha rieccheggiato a lungo nelle nostre teste: moltissime persone, infatti, sono morte carbonizzate nelle proprie auto, su strade trasformate in fornaci a causa dell’incendio che divampava in ogni direzione. La prima vittima ad essere stata identificata è stato un bambino di appena 4 anni, e purtroppo quello non è stato l’unico giovanissimo a rientrare nella lista dei decessi. Forse sarà stata la violenza inaudita dell’incendio, forse sarà stato proprio il fatto che molti bambini sono morti in quelle fiamme, sta di fatto che un gruppo di bimbi portoghesi ha deciso di fare causa ai 47 Paesi Europei, colpevoli di non stare facendo abbastanza per fermare il cambiamento climatico – il quale come è noto è un fattore determinante dell’aumento degli incendi boschivi.
La raccolta fondi per portare 47 Paesi davanti alla Corte Europea dei diritti dell’uomo
I bambini che hanno intentato una causa contro tutti i Paesi Europei per fermare il cambiamento climatico hanno tra i 5 e i 14 anni, e vivono nella Leira, ovvero nella regione che è stata vittima del tremendo incendio di inizio estate. Per portare tutti i 47 Paesi alla Corte Europea dei diritti dell’uomo ai bambini servono però dei soldi: per questo, appoggiati da Glan, un’associazione no profit, hanno dato il via ad una raccolta fondi su CrowdJustice. L’obiettivo dichiarato è quello di raccogliere 20mila sterline, delle quali più di 10 mila sono già state messe insieme: con quella cifra, il consorzio di legali britannici ambientalisti che ha accettato di aiutare i bambini portoghesi potrà coprire le spese iniziali della causa legale. Come spiega l’associazione Glan su CrowdJustice, l’Europa deve fare di più per fermare il cambiamento climatico, e tutti i Paesi «devono ridurre le emissioni e limitare l’estrazione di idrocarburi dal sottosuolo».
Un caso unico
Come ha spiegato Marc Willers, il capo dei legali che stanno appoggiando la causa, «questo caso sarà unico, perché per la prima volta tutti questi governi saranno portati di fronte alla corte tutti insieme, in relazione al loro fallimento nel fermare il cambiamento climatico», aggiungendo che «il cambiamento climatico sta creando una progressiva e incalzante minaccia anche nei confronti dei diritti umani, e i governi europei non stanno facendo abbastanza per affrontarlo».
Un paese in lutto
Insomma, quella intentata dai bambini portoghesi potrebbe essere una causa ‘storica’, rivolta contro quei 47 Paesi Europei responsabili di circa il 15% delle emissioni nocive globali. Come ha spiegato ai reporter un bambino quattordicenne facente parte del gruppo,
«il cambiamento climatico causa molto problemi, ma se dovessi nominare il peggiore, quello sarebbe l’aumento del livello dei mari, che porta alla distruzione delle coste e delle infrastrutture come gli argini, le strade e le case, e inoltre aumenta il numero di incendi boschivi, come abbiamo visto ultimamente – soprattutto quest’estate, quando il fuoco ha causato molti morti e ha lasciato il nostro Paese in lutto».
Il cambiamento climatico e gli incendi boschivi
Del resto sembra proprio che non ci siano dubbi sull’influenza del surriscaldamento globale sull’insorgere dei pericolosi incendi boschivi. Lo studio ‘The impact of anthropogenic climate change on wildfire across western US forests’, pubblicato l’anno scorso sulla rivista scientifica Proceedings of the National Academy of Science ha infatti dimostrato come negli ultimi trent’anni i territori vittima di incendi negli Stati Uniti occidentali siano praticamente raddoppiati. Ad affermarlo è stato un gruppo di ricercatori dell’Università della Columbia e dell’Università dell’Idaho, i quali hanno calcolato che, a partire dal 1984 fino al 2015, negli stati occidentali degli USA sarebbero state incenerite circa 16.000 miglia quadrate di foreste, ovvero una superficie più grande del Massachusetts o del Connecticut (o, per restare più vicini a noi, della Macedonia).
Il precedente olandese
Di certo quella intentata dai bambini portoghesi per fermare il cambiamento climatico sarebbe la prima causa del suo genere, ma va detto che già qualcun altro ha fatto causa al proprio governo, ritenendolo non abbastanza veloce nell’adottare delle misure concrete contro l’inquinamento atmosferico. Nel 2012 infatti l’associazione Urgenda – in nome di 886 cittadini – aveva presentato una causa contro il governo olandese, sostenendo che i legislatori non stessero facendo abbastanza per fermare il cambiamento climatico. Così, invece di starsene con le mani in mano, gli ambientalisti si sono rivolti al tribunale che, nel 2015, ovvero tre anni dopo, ha ordinato al governo di tagliare le emissioni di gas serra del 25% del 2020. Che la mossa dei bambini portoghesi possa portare ad un risultato analogo a livello internazionale?
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