Ars Nova: arredare con il verde stabilizzato
Fiori, fogliami, muschi, licheni che sembrano vivi ma che in realtà sono stati stabilizzati, ovvero bloccati nel momento di massimo splendore. E che possono diventare un elemento di arredo in tutti quegli spazi in cui il verde vivo non potrebbe crescere in modo naturale: ambienti non illuminati dal sole o in cui è impossibile garantire un sistema di irrigazione o, ancora, dove gli interventi di manutenzione del verde sarebbero troppo complicati e onerosi.
Per gli spazi dove il verde vivo non potrebbe crescere: la proposta di Ars Nova
Il processo di stabilizzazione è totalmente ecologico e consiste nel sostituire la linfa con un prodotto di conservazione che è una sostanza 100% biodegradabile a base di glicerina naturale e acqua. Grazie a questo processo le piante mantengono freschezza, flessibilità e naturalezza pur non avendo più bisogno di alcuna manutenzione.
“Il verde stabilizzato è un prodotto ancora di nicchia che ingenuamente viene paragonato alle piante o ai fiori freschi”, spiega Sergio Lunardi, CEO di Ars Nova, azienda di Andezeno (To) che, dopo più di trent’anni di attività nel comparto di piante e fiori freschi, dagli anni ’90 ha iniziato a rivolgere la sua attenzione al mondo dello Stabilizzato, intuendone le potenzialità.
Le piante mantengono alcune proprietà naturali
Negli ultimi anni, grazie anche ad una rivalutazione del verde come elemento fondamentale anche in quegli spazi in cui non crescerebbe in modo naturale – basti pensare all’exploit di pareti, giardini e tetti verdi sugli edifici – anche lo stabilizzato sta iniziando a farsi conoscere. Le applicazioni e le soluzioni per l’interior design sono tante. Si va da semplici quadri a pareti vegetali fino a veri e propri giardini verticali, ma può anche essere utilizzato per rivestire cornici, ripiani, elementi decorativi. I vantaggi però non sono soltanto di natura estetica, perché il verde stabilizzato mantiene gran parte delle caratteristiche di quello vivo: assorbe e rilascia umidità, ha proprietà fonoassorbenti e agisce sul benessere psicofisico delle persone.
Spazi commerciali, uffici e hospitality
La destinazioni ideali rimangono quelle degli spazi commerciali, uffici, spazi espositivi e hospitality, dove è più probabile che possano non esserci alcune delle condizioni fondamentali per far fiorire il verde vivo.
Tra le realizzazioni più significative in ambito commerciale di Ars Nova si ricordano l’allestimento per il negozio di Zara in Corso Vittorio Emanuele e Vertu in Via Montenapoleone a Milano, il ristorante QOR di Torino e gli uffici di Fendi a Roma.
Una delle realizzazioni più spettacolari sono le pareti vegetali, dei veri e propri giardini verticali che possono essere personalizzati a seconda delle proprie preferenze. Nella sala principale dell’Experience Design, il primo bed&show italiano di Via Tortona a Milano se ne può ammirare, in modo permanente, uno particolarmente spettacolare intitolato Quadro Foresta Ombra Luce: una pannellatura ad alta densità di muschi, felci e legni inseriti come in un’opera d’arte su una superficie incorniciata e costellata di luci led interne in grado di esaltare le ramificazioni e i rilievi naturali.
Una soluzione più sostenibile?
L’utilizzo delle piante stabilizzate in contesti commerciali e dove sia necessario ad esempio creare installazioni per brevi periodi, diventa anche sinonimo di sostenibilità, in quanto dove le piante vere soffrirebbero, gli stabilizzati offrono la possibilità di essere utilizzati e soprattutto riutilizzati nel tempo.
“Abbiamo riflettuto sul concetto di sostenibilità – spiega ancora Lunardi – e da buoni conoscitori del verde vivo, sappiamo quante risorse idriche e vegetali vengono solitamente “sprecate” in svariati utilizzi architettonici del verde. Esistono al mondo diverse realtà in cui il verde vivo è stato utilizzato impropriamente, perché collocato in installazioni che non sono in grado di garantirne la sopravvivenza a meno di grandissimi sforzi di mantenimento. Dispendi idrici enormi, oppure piante vive che vengono continuamente sostituite per dare l’idea che esse stiano sopravvivendo senza difficoltà. Questi sprechi di risorse comuni danno sicuramente un senso ecologico all’uso dello stabilizzato e di questo ne siamo molto contenti, perché ci ha aiutati a comprendere il nostro lavoro, che può dare un contributo a certi effetti sistemici del consumismo fine a se stesso”.
Ti è piaciuto l'articolo?
Condividilo