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Aria moderna troppo pulita: i negazionisti dell’inquinamento atmosferico

Mentre si moltiplicano le ricerche e gli studi a supporto della tesi che l’inquinamento atmosferico influisce pesantemente sulla nostra salute (polmoni in primis), molti scienziati asseriscono che un aria moderna come la nostra sia troppo pulita, negando l’evidenza scientifica legata all’inquinamento atmosferico. Già nel 2012 una delle più grandi società scientifiche, l’Association for the Advancement of Science (AAAS), dichiarava che un aria moderna troppo pulita non rappresentasse uno stato ottimale di salute. Robert Phalen, membro dell’AAAS e direttore del laboratorio di inquinamento atmosferico e degli effetti sulla salute dell’Università della California, sostiene che “l’aria che respiriamo è troppo pulita per i bambini e in queste condizioni non si creano i giusti anticorpi”. Non a caso il professor Phalen è un candidato alla nomina di consulente scientifico per l’Environmental Protection Agency (EPA) di Donald Trump.

Chi sostiene che la nostra aria moderna non sia inquinata?

Mentre il 16 e 17 novembre scorso a Parigi esperti di tutti il mondo si sono riuniti per il “Clean Air Forum”, in diversi paesi i negazionisti dell’inquinamento si moltiplicano. Negli States al professor Phalen si uniscono Stanley Young e Steve Milloy. Stanley Young è un negazionista climatico dell’Heartland Institute che supporta la tesi secondo cui l’aumento di ozono e PM 2,5 in atmosfera non influiscono sull’aumento dei decessi. Steve Milloy è l’autore del libro “Scare Pollution,  un testo visionario in cui si afferma che le politiche ambientaliste dell’EPA sono servite solo a distruggere l’industria del carbone, giustificare costose norme sulla qualità dell’aria e sul clima e a spaventare gli americani sull’aria che respirano. Secondo Milloy nessuno muore esclusivamente per l’inquinamento atmosferico. Ma i negazionisti dell’aria moderna non esistono solo negli USA. In India Prakash Javadekar nonostante sia stato Ministro dell’ambiente, delle foreste e del cambiamento climatico, mostra scetticismo sull’inquinamento atmosferico. Quando lo scorso maggio l’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, inserì ben trenta città indiane nella lista delle cento città più inquinate al mondo, Javadekar, definì lo studio “ingannevole”.

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Quando l’Istituto Indiano di meteorologia tropicale in collaborazione con il Centro Americano sulla ricerca atmosferica, affermò che la popolazione indiana perdeva più di sei anni di vita per colpa dell’inquinamento atmosferico, lo stesso Ministro definiva lo studio “erroneo perché non faceva riferimento a nessuno studio di base condotto in India e si basava solo su dati statistici estrapolati da studi su condotti in altri paesi”.
Anche il suo collega, Anil Madhav Dave, assume posizioni contrarie sull’inquinamento dell’aria moderna, negando e rigettando il report “State of Global Air Report 2017” in cui si afferma che in India, nel 2015, ci sono stati più di cento mila morti a causa dell’inquinamento. “Non è possibile collegare le morti premature all’ozono” afferma Anil Madhav Dave.
Eppure il Ministero della Sanità pubblica indiana ha pareri contrari rispetto al Ministero dell’Ambiente: “Ogni volta che viene pubblicato un nuovo studio, si sollevano dubbi sulla veridicità degli stessi perché non supportati da evidenza epidemiologica – afferma Bhargav Krishna, esperto di inquinamento atmosferico della Fondazione per la salute pubblica indiana -. Il problema è che ogni volta che si apre un dibattito sui dati, si perde tempo e si ritarda l’azione. Alla base degli studi ci sono prove sufficienti per mettere in campo azioni concrete, immediate”. “L’inquinamento atmosferico è il più grande rischio per la salute al mondo e una delle principali cause di morte in India” tuonava Krishna in un recente report del Ministero della salute . “Crediamo che la riduzione delle emissioni possano tutelare la salute pubblica e consigliamo di ridurne il più possibile” concludeva il report, ma evidentemente, il Ministro dell’ambiente indiano pensa che la sua aria moderna non sia poi così inquinata.

L’aria della Polonia è più inquinata di Pechino

Rispetto ad altri paesi dove i trasporti sono più intensi, in alcune località della Polonia si  registrano percentuali elevatissime di carbone nell’aria. Secondo Lukasz Adamkiewicz, capo progetto di un team che deve studiare la qualità dell’aria di Varsavia, chi siede nei vari ministeri dell’ambiente, della salute, nelle università, conosce perfettamente la situazione ambientale dell’aria moderna polacca ma, nonostante siano a conoscenza degli effetti sulla salute umana, non sono ancora pronti ad agire ponendo serie restrizioni all’economia del carbone. Si cerca piuttosto di sviare: “Ci sono problemi più gravi dell’inquinamento” affermano dal dipartimento della salute polacco; “Non cadiamo nella demagogia, afferma il ministro dell’energia polacco Tchórzewski, certo a volte l’inquinamento è più elevato e causa qualche problema climatico, ma non è per questo che vivremo meno”.

In tutto il mondo il fronte dei negazionisti sull’inquinamento atmosferico avanza e molti esponenti sono pronti a tutto pur di smentire quello che la scienza continua a dirci (quasi) quotidianamente: la nostra aria moderna è molto, molto inquinata e pericolosa per la nostra salute. Bisogna assolutamente intervenire e porre rimedio a questa drammatica situazione.