Gli allevamenti di insetti commestibili in Africa
Li chiamano novel food, anche se in realtà il consumo di insetti, in alcune comunità, ha una lunghissima tradizione. C’è chi mangia insetti per una patologica assenza di proteine, e quindi per sopravvivenza, come avviene per diverse tribù di raccoglitori in Africa come in Amazzonia. C’è chi mangia insetti considerando questa usanza come una vera e propria sfiziosità della propria tradizione gastronomica, come avviene per esempio con il mezcal con il verme in Messico. E ci sono poi tantissime persone che si trovano a mangiare insetti senza neanche saperlo: si stima infatti che gli occidentali mangino fino a3 etti di insetti all’anno, inconsapevolmente, attraverso le verdure non trattate, le conserve e via dicendo. Una cosa, in ogni caso, è certa: visto il continuo aumento della popolazione mondiale, la caccia a nuove risorse alimentari è del tutto aperta, e gli insetti costituiscono da questo punto di vista una preziosa risorsa di proteine, come dimostrato da tantissimi studi, a partire da quelli firmati dalla Fao. E proprio secondo quest’ultima, gli insetti commestibili fanno parte della dieta di circa 2 miliardi di persone, e quindi di quasi un terzo della popolazione mondiale. Non stupisce dunque che in Africa stiano nascendo diversi allevamenti di insetti commestibili.
La nascita di allevamenti di insetti commestibili, in Africa
Attualmente si conoscono oltre 2.000 specie di insetti commestibili. Un quarto di queste vengono consumate più o meno regolarmente in Africa. Va detto che, nella maggior parte dei casi, si tratta di insetti cacciati direttamente in natura, e quindi selvatici. E questi, una volta arrivati sul mercato, vengono venduti molto spesso a caro prezzo. La caccia agli insetti, infatti, non è per nulla semplice, e non può essere continua, avendo a che fare con animali presenti solamente in determinate stagioni, nonché spesso con insetti contaminati dai pesticidi. Una ricerca effettuata dalla Banca Mondiale e firmata da Dorte Verner, dedicata alle potenzialità degli allevamenti di insetti commestibili, ha individuato 849 allevamenti in 10 dei 13 Paesi africani presi in considerazione. Si tratta di business per lo più molto giovani, avviati negli ultimi dieci anni. Ma, dati alla mano, questi allevamenti di insetti possono avere un futuro interessante. Si tratta infatti di un comparto che renderebbe disponibili gli insetti tutto l’anno, che potrebbe creare posti di lavoro e che ha la possibilità di assorbire lo spreco di cibo, che può infatti essere utilizzato per nutrire gli insetti stessi. Va peraltro detto che il letame di insetti può essere utilizzato come fertilizzante. Stando alla Banca Mondiale, in un anno, l’allevamento di un insetto come la mosca del soldato nera avrebbe le potenzialità di creare proteine grezze per circa 2,6 miliardi di dollari, andando a riciclare 200 milioni di tonnellate di scarti.
Insetti per l’alimentazione umana e per quella animale
Non va trascurato il fatto che gli insetti possono essere impiegati sia per l’alimentazione umana che per quella animale. Nel mondo dell’allevamento, infatti, si cercano alternative alla soia e agli altri mangimi industriali, caratterizzati da prezzi estremamente volatili. Nel solo Kenya, negli ultimi dieci anni, la domanda di insetti per l’alimentazione animale è triplicata. I gestori degli allevamenti di insetti commestibili in Africa sottolineano inoltre che, soprattutto dopo la pandemia, è aumentata la richiesta di proteine prodotte a livello locale.
In tutto, a oggi, si contano 16 specie di insetti allevate in Africa. C’è però chi punta a fare di più: l’International Centre of Insect Physiology and Ecology, in Kenya, mira da tempo a formare gli allevatori di domani e ad allargare lo sguardo su altre specie. A partire dal 2014, l’ente ha formato migliaia di imprenditori in tal senso.
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