IRENA: i nuovi paradigmi dell’alimentazione dei veicoli elettrici
Le automobili elettriche non sono più la novità che erano qualche anno fa: non ci stupiamo più nel vedere dei modelli a zero emissioni girare per le nostre strade, né ci meravigliamo delle colonnine per l’alimentazione dei veicoli elettrici nelle nostre città. Un mese dopo l’altro, seppur molto adagio, il mercato delle auto elettriche sta pian piano entrando nella normalità, scalfendo poco a poco il dominio dei veicoli tradizionali. E tutto questo è possibile grazie al crescente numero di consumatori che decide di acquistare delle automobili elettriche. A convincere gran parte della popolazione della maturità di questo tipi di veicoli è stata soprattutto la presentazione – nel marzo dell’anno scorso – della futuristica Tesla Model 3, la prima tra le auto a zero emissioni a poter davvero competere con le macchine ad alimentazione classica: non per nulla in una sola settimana intorno alla Model 3 piovvero più di 300.000 prenotazioni.
Un settore in crescita, ma non mancano gli ostacoli
Più cresce il consenso dei consumatori, maggiormente può aumentare il mercato, e più veicoli di questo tipi arriveranno in strada, più verranno sviluppati i sistemi di alimentazione dei veicoli elettrici, generando così un circolo virtuoso tra domanda e offerta. Nel 2015 nel mondo circolavano circa 1 milione di automobili elettriche: nell’anno successivo questa cifra è stata più che raddoppiata, soprattutto grazie alla crescita delle immatricolazioni elettriche negli Stati Uniti, in Cina e in alcuni Paesi europei. La crescita di questo tipo di mercato è ovviamente un interesse per tutti quanti: per questo motivo l’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili, IRENA, ha condotto diversi studi per favorire la diffusione dei mezzi a zero emissioni e dei sistemi di alimentazione per i veicoli elettrici. «Nonostante la crescita delle performance delle batterie e la riduzione dei prezzi» ha spiegato Dolg Gielen, Direttore dell’Innovation and Technology Centre di IRENA, «esistono comunque degli ostacoli davanti alla piena diffusione dei veicoli elettrici, e saperli superare sarà la chiave principale per permettere una vera e diffusa adozione di questo tipo di mezzi».
Dall’alimentazione dei veicoli elettrici in poi
Quattro, secondo IRENA, sono le strategie da mettere in campo per massimizzare i benefici della diffusione dei veicoli elettrici. Per prima cosa è necessario aumentare lo schieramento dei mezzi; in secondo luogo, è obbligatorio mettere a disposizione degli utenti un sistema efficiente e ramificato per l’alimentazione dei veicoli elettrici; parallelamente, è necessario decarbonizzare la generazione di energia elettrica favorendo la costruzione di nuovi impianti rinnovabili; infine, IRENA sottolinea l’importanza di integrare i veicoli elettrici nelle reti elettriche rinnovabili.
Il pubblico ha già iniziato a capire che i veicoli elettrici permettono un’esperienza di guida eccellente, e a questo va aggiunto che i modelli che verranno introdotti quest’anno e nel prossimo avranno una maggiore autonomia rispetto a quelli attuali»
ha spiegato l’analista di IRENA Francisco Boshell, aggiungendo che
«nei prossimi 5-10 anni, perché sia possibile vedere un rapido aumento delle vendite, saranno in ogni caso necessarie delle politiche in grado di ridurre i costi dei veicoli elettrici e di fornire dei vantaggi per gli automobilisti sia negli spostamenti che nei parcheggi, assicurando un sufficiente sistema di alimentazione dei veicoli elettrici».
Gli obiettivi per il 2030
Nel rapporto The Renewable Route to Sustainable Transport, IRENA ha stimato che nel 2030, a livello globale, potrebbero esserci 160 milioni di veicoli elettrici circolanti, ovvero il 10% circa della flotta delle automobili. I benefici, ovviamente, sarebbero moltissimi: l’inquinamento urbano si ridurrebbe, e le energie rinnovabili – sull’onda dell’aumento di domanda per l’alimentazione dei veicoli elettrici – crescerebbero iperbolicamente. Come ha infatti sottolineato Boshell, «i veicoli elettrici sottointendono uno spostamento di paradigma sia per il settore dei trasporti che per quello energetico». Ma i benefici sarebbero molti di più: una mobilità elettrica diffusa abbassa non solo l’inquinamento atmosferico, ma anche quello acustico. Come poi ha dichiarato il coordinatore degli analisti di IRENA Nicholas Wagner, «i governi dovrebbero inoltre considerare di promuovere le motociclette elettriche e i bus elettrici, per ridurre in modo massiccio l’inquinamento e il rumore tipico delle regioni più urbanizzate e popolose».
L’aumento delle stazioni di ricarica
All’espansione del mercato delle automobili a zero emissioni, dunque, deve corrispondere anche uno sviluppo importante e diffuso dei sistemi di alimentazione dei veicoli elettrici. Collegare questi ultimi con la normale rete elettrica urbana può inoltre aiutare a sensibilizzare i cittadini sull’utilizzo responsabile dell’energia: starà infatti all’utente collegarsi alla rete elettrica durante i momenti più opportuni – lontani dai picchi – per risparmiare sia energia che denaro. In ogni caso, in molti Paesi del mondo fervono i lavori per incrementare il numero di stazioni per l’alimentazione dei veicoli elettrici. Nella solo Pechino, in Cina, l’anno scorso sono state installate oltre 8.000 stazioni pubbliche e private, e si punta a piazzarne altre 435.000 a livello cittadino entro il 2020.
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