Air Liquide e il ruolo dei PPA per la decarbonizzazione

Air Liquide si impegna da tempo in maniera concreta per favorire la transizione energetica e la decarbonizzazione. Abbattere le emissioni di anidride carbonica e altri gas serra è infatti un’azione ormai prioritaria per contrastare il surriscaldamento globale, così come sostituire gradualmente l’energia proveniente da fonti fossili con quella prodotta a partire da fonti rinnovabili.

A livello internazionale gli obiettivi sono chiari: mantenere le temperature globali entro 1,5°C rispetto all’epoca pre-industriale e, in Europa, raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050. Da parte sua, Air Liquide è allineata con i target europei, con la previsione intermedia di abbattere del 33% le proprie emissioni dirette e indirette di CO₂ in valore assoluto al 2035.

Per tenere fede a questi intenti e fare la differenza, il Gruppo sta lavorando in più direzioni. Una di queste prevede di utilizzare sempre di più l’energia rinnovabile per alimentare i propri processi produttivi. Impiegare energia ottenuta a partire dal sole o dal vento per far funzionare gli impianti, infatti, contribuisce notevolmente a ridurre l’impronta di carbonio. Non solo: proporre ai clienti gas industriali prodotti in modo più sostenibile impatta in modo positivo su tutta la filiera.

Air Liquide ha quindi stipulato una serie di accordi di fornitura a lungo termine per avere accesso a energia prodotta da fonti rinnovabili. Sono i cosiddetti PPA, ovvero i Power Purchase Agreement, che consentono di alimentare in maniera più sostenibile gli impianti di produzione e cogenerazione del Gruppo situati in diverse parti del mondo.

Accordi di questo tipo sono stati già siglati da Air Liquide in vari Paesi, tra cui Stati Uniti, Belgio, Spagna, Paesi Bassi e Italia. Se da un lato sono un prezioso alleato per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità del Gruppo, dall’altro dimostrano senza dubbio l’impegno di Air Liquide ad agire su più fronti per favorire la transizione energetica.