Agronetwork: l’ecosistema delle imprese agroalimentari
Se non è una sorpresa scoprire che Emilia e Lombardia detengono la metà del mercato relativo al food e drink in Italia è invece una sorpresa, almeno per noi, scoprire che la Toscana è dietro al Lazio in questa speciale classifica. Stiamo parlando dei dati dello European Technology Platform – Food for life presentati lo scorso 2 febbraio a Roma, presso la sede di Confagricoltura, in occasione della presentazione di Agronetwork.
Agronetwork: Di che si tratta?
Sono stati usati diversi termini durante la conferenza stampa: contenitore, think tank, ecosistema, ma la parola adatta per descrivere cos’è e cosa farà Agronetwork è Associazione. Un’associazione per l’agroindustria fondata da Confagricoltura, Luiss e Nomisma con l’obiettivo di promuovere e agevolare lo sviluppo della competitività delle imprese agroalimentari e più in generale del patrimonio agroalimentare, come dato identitario del Paese, attraverso il consolidamento dei rapporti delle imprese agricole con quelle della trasformazione industriale e della distribuzione, facendo network con realtà di primo piano dei mondi delle imprese, della ricerca e della formazione.
La ripresa del Paese passa per l’agroalimentare
“Agronetwork – ha detto il presidente di Confagricoltura Mario Guidi – nasce dalla consapevolezza della strategicità del settore agroalimentare per la ripresa economica del nostro Paese, con 200 miliardi di euro di fatturato, 35 miliardi di export e quasi 8 miliardi spesi in innovazione e dalla altrettanta consapevolezza della necessità di operare in una logica di filiera al servizio delle imprese”.
“In questo senso c’è ancora molto da fare – ha confermato la presidente di Agronetwork Luisa Todini – Tutti conosciamo le sfide e le insidie della concorrenza sempre più globalizzata e il potenziale inespresso che caratterizza il nostro Paese, su cui incide, non ultimo, l’agire in ordine sparso, senza l’approccio sistemico che caratterizza invece altri Paesi a noi vicini. Per questo Confagricoltura, LUISS e Nomisma hanno deciso di dare vita ad un ‘think tank’ strategico ad una maggiore integrazione della filiera”.
Di cosa si occuperà la neonata associazione?
In primo luogo di innovazione, di prodotti, di processi, anche in ambito digitale; ma anche di nuovi modelli di business in grado di sfruttare il potenziale delle moderne tecnologie e di servizi alternativi. Tra i suoi obiettivi prioritari c’è poi la valorizzazione del made in Italy agroalimentare in tutte le sue declinazioni, dal marketing all’internazionalizzazione, promuovendo la creazione di reti d’impresa.
E, infine, il grande tema della sostenibilità e dell’economia circolare attraverso iniziative e progetti in ambito ambientale, energetico, del turismo, e più in generale della tutela e valorizzazione dell’eredità culturale enogastronomica e del paesaggio italiano.
Due anni, cinque iniziative chiave
Già sono state programmate per il biennio 2017/2018, cinque iniziative di interesse nazionale di cui si farà carico Agronetwork. Le prime tre nel 2017, le altre nel 2018, dedicate ad altrettanti temi su cui l’associazione intende impegnarsi.
La prima sarà incentrata sulle Filiere Funzionali, ovvero su quelle produzioni agricole ed agroalimentari di alta qualità nutraceutica, ovvero le qualità curative e terapeutiche che hanno alcuni alimenti) che corrispondono a criteri di salute e sicurezza alimentare verso i quali i consumatori sono sempre più sensibili. La seconda sulla Ricerca e sull’Innovazione per l’agricoltura e l’industria, in una prospettiva condivisa win win, cercando di superare le barriere normative, finanziarie, societarie. La terza iniziativa riguarderà il Turismo Integrato Sociale, ovvero lo sviluppo di progetti in ambito ambientale, della sostenibilità e dell’economia circolare e del paesaggio, che consentano di sviluppare un’offerta turistica completa ed itinerante i cui asset strategici siano la valorizzazione delle risorse ambientali, culturali, agricole, alimentari ed enogastronomiche.
Nel 2018 saranno, invece affrontati i temi della Valorizzazione del Made in Italy e delle sue filiere, con particolare attenzione alla qualità, tracciabilità e tutela del patrimonio agroalimentare del nostro Paese e quello dell’Internazionalizzazione, con l’obiettivo di ampliare i mercati di portare a 50 miliardi di euro il valore delle esportazioni agroalimentari entro la fine di questo decennio.
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