Le cose fondamentali da sapere prima di acquistare finalmente un’automobile elettrica
Su queste pagine abbiamo dedicato davvero molti articoli a quella rivoluzione costituita dalla mobilità elettrica. Di certo il nostro obiettivo è sempre stato quello di informare i nostri lettori intorno alle novità del settore, sottolineando come guidare un’automobile elettrica possa davvero essere considerato come un atto di amore verso il proprio pianeta, oltre che verso sé stessi. Al di là della pura informazione, però, è indubbio che la nostra mole di articoli spesi intorno al tema della mobilità sostenibile ha anche l’esplicito scopo di portare i nostri lettori a porsi delle domande sui propri modi di spostarsi, sulle migliorie possibili. Ecco, quanti di voi, leggendo gli articoli dedicati ai benefici di un’automobile elettrica, sono stati tentati di acquistare un veicolo a batteria anziché una classica macchina alimentata a benzina o a diesel? Eppure quello di acquistare un’automobile elettrica non è un passo che va fatto alla leggera. Questo non significa certo che non sia la mossa giusta da fare – del resto la scorsa settimana abbiamo dimostrato proprio come in qualsiasi caso, in termini di emissioni, la superiorità di un veicolo a batteria sia schiacciante – ma vuol dire invece che bisogna scegliere oculatamente l’automobile elettrica più adatta alla propria situazione e mettere in conto che molte cose, nel nostro modo di muoverci, saranno destinate a cambiare. Per questo, dunque, abbiamo voluto preparare questa piccola guida per chi si accinge ad acquistare un’automobile elettrica: ci troverete consigli, precisazioni e avvertimenti molto utili per il vostro futuro a batteria.
Come scegliere l’automobile elettrica adatta ai propri spostamenti?
Sì, lo sappiamo. Si potrebbe pensare che realizzare una guida per l’acquisto di un’automobile elettrica sia un po’ futile, visto l’esiguo numero di modelli presenti sul mercato. In realtà, però, la differenza tra un’automobile elettrica e l’altra possono essere enormi, e quindi approfondire almeno un po’ il funzionamento di questo tipo di veicolo può aiutarci a fare la scelta migliore. Prima di tutto bisogna ovviamente pensare all’elemento maggiormente differenziante, ovvero alla batteria del veicolo, e quindi alla sua autonomia. Ecco, le batterie al litio dei veicoli ecologici non hanno ancora raggiunto i livelli di autonomia caratteristici delle vetture classiche ma, dati alla mano, possiamo assolutamente affermare che qualsiasi automobile elettrica, per una persona che usa tutti i giorni l’auto per il tragitto casa-lavoro e poco più, ha un’autonomia sufficiente. Insomma, l’unico che potrebbe avere dei reali problemi nell’utilizzo di un’automobile elettrica quanto alla sua autonomia, ora come ora, sarebbe un agente o un venditore che ogni giorno fa spostamenti decisamente lunghi. Per tutti gli altri, con una minima pianificazione degli spostamenti, non ci sono invece ostacoli. Ma… sì, c’è un ma. Non bisogna fidarsi ciecamente dei dati dichiarati dalle case di produzione per quanto riguarda l’autonomia: ci sono infatti fattori come lo stile di guida, le temperature e il tipo di percorso a cambiare le carte in tavola. Per cui, se un’automobile viene pubblicizzata con un’autonomia di 300 chilometri, è più probabile che in media questa si attesti intorno ai 200 o 220 chilometri. Per questo motivo, in ogni caso, è bene tener conto di questo dato prima di acquistare un’automobile elettrica: se ogni giorno percorriamo 150 chilometri solo per andare e tornare da lavoro, acquistare un veicolo con un’autonomia ‘reale’ di 180 chilometri potrebbe generare dei fastidi. In ogni caso, è altamente consigliabile acquistare un’automobile elettrica che abbia la possibilità di incrementare l’elettricità con la frenata rigenerativa, che è praticamente un freno motore che ridona un po’ di energia alla batteria.
Qual è l’autonomia reale di un veicolo elettrico
Acquistare un’automobile elettrica e puntare al massimo dell’autonomia vuol dire adattare almeno un po’ il proprio stile di guida. Il problema, perlomeno subito dopo l’acquisto, è che questi veicoli – anche quelli più modesti – sono caratterizzati da un’accelerazione fulminea, garantita proprio dalla propulsione elettrica. Ma pigiare troppo il piede sul pedale significa ridurre moltissimo l’autonomia, e se a questo vi si aggiungono climatizzatore, radio e quant’altro, i numeri non possono che diminuire. Non a caso la Volkswagen, pur avendo omologato la propria e-Golf per 300 chilometri di autonomia, ha dichiarato che il veicolo, su strada, non macina più di 200 chilometri. Da una parte c’è l’utilizzo ideale ed impossibile, dall’altra quello sfrenato e insensato: in mezzo ci deve essere il compromesso.
La ricarica domestica della batteria
E veniamo alla batteria in quanto oggetto. Qualunque sia la sua autonomia iniziale, va sottolineato il fatto che, così come nei nostri dispositivi mobili, anche queste batterie tendono a perdere qualche colpo dopo un certo numero di cicli di ricarica. Per quanto siano grandi, insomma, queste batterie non sono eterne, e per questo motivo varie case di produzione permettono a chi acquista un’automobile elettrica della loro linea di optare per una batteria in leasing. Ma come va ricaricata questa batteria quando siamo in casa? In molti pensano che sia sufficiente attaccare la vettura alla normale presa elettrica, ma in realtà non tutte le automobili elettriche permettono questa opzione, il quale tra l’altro non è sempre consigliabile, anzi. Prima di tutto, in molti casi l’impianto elettrico domestico continuerebbe a saltare, e poi gli stessi produttori dichiarano che le normali prese elettriche sono da utilizzare solo in situazioni di emergenza. In altre parole, dunque, acquistare un’automobile elettrica vuol dire per forza di cose dotarsi anche di un apposito caricatore da garage accoppiato ad un incremento dei kilowatt disponibili. L’optimum, ovviamente, è costituito dalla presenza parallela di un impianto fotovoltaico.
Insomma, come si vede, acquistare un’automobile elettrica, oltre ad essere un investimento non da tutti, è anche un discreto cambiamento. Prima o poi, però, dovremmo farlo praticamente tutti, per l’ambiente, per la nostra salute, per il nostro portafoglio e perché – si spera – tra qualche anno non si potrà fare altrimenti: meglio dunque essere informati!
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