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Agricoltura

La svolta sostenibile dell’acquacoltura

L’acquacoltura cresce ma pesci, crostacei ed alghe non sono illimitati, soprattutto nel Mediterraneo. Ricerche e progetti innovativi promuovono uno sviluppo sostenibile dell’acquacoltura, per salvare il mare.

L’acquacoltura

L’acquacoltura è la produzione di organismi acquatici, principalmente pesci, crostacei e molluschi ma anche alghe, in ambienti confinati e controllati dall’uomo. Si differenzia dalla pesca, attività in cui l’uomo si limita a prelevare dagli stock naturali i prodotti ittici e acquatici.

Il pesce ha principi nutritivi eccellenti: le proteine rappresentano il 15-20% con un alto contenuto di amminoacidi, i grassi per il 3-20% (variano in base al tipo di pesce) con i grassi polinsaturi (ossia grassi “buoni” come Omega-3, ottimi agenti di prevenzione delle malattie del sistema cardiocircolatorio). Inoltre ci sono minerali (come fosforo, potassio, ferro, iodio, selenio e fluoro) e vitamine (B per il metabolismo proteico e A, D ed E, utili per la salute della pelle, degli occhi e per le ossa).

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Secondo lo studio pubblicato dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), il settore della pesca ha raggiunto una produzione ittica mondiale intorno ai 90 milioni di tonnellate l’anno, stabile da alcuni anni. L’acquacoltura ha avuto un incremento dell’8,6% nel periodo 2002-2012, il trend di crescita più alto nel comparto agroalimentare. L’Europa è il principale mercato mondiale di prodotti acquatici (12,3 milioni di tonnellate nel 2012) ma più del 65% viene importato. La produzione di pesca europea è stabile mentre l’acquacoltura europea mostra una crescita costante.
Acquacoltura (foto: www.abruzzosviluppo.it)

Risorse ittiche e consumi nel Mediterraneo e in Italia

Pesci, crostacei e alghe non sono illimitati. Nel Mediterraneo il 96% degli stock ittici di acque profonde è sfruttato oltre i limiti. Così come il 71% delle specie di mare aperto (come sardine e acciughe), secondo One Planet Food, il sito del WWF dedicato all’alimentazione sostenibile. Gli italiani mangiano pesce da tutto il mondo: spesso non ci domandiamo l’origine di baccalà o anguille. Nel Mediterraneo ci sono oltre 700 specie marine commestibili ma solo il 10% circa è commercializzato. La conseguenza è un sovra-sfruttamento delle riserve marine delle specie più conosciute: alici, merluzzo, pesce spada, sgombro, sogliole rischiano di scarseggiare nei mari. Eppure l’Italia è ricca di ricette tradizionali di pesci “poveri”, ricchi di sapore e grassi essenziali (tra cui gli Omega 3).

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La Banca Mondiale prevede una richiesta di 261 milioni di tonnellate di prodotti acquatici nel 2030 (sulle proiezioni dei dati di consumo e crescita demografica), di cui oltre il 62% può essere assicurato con prodotti d’acquacoltura. Com’è possibile soddisfare la richiesta in un’ottica green?

Sviluppo sostenibile dell’acquacoltura

Ricerche scientifiche e progetti innovativi di acquacoltura sostenibile dimostrano che investire in ricerca e sviluppo per ridurre l’impatto sulle risorse naturali è la strada giusta. Le ultime scoperte sono le piantagioni di alghe oceaniche: è la forma di produzione alimentare più sostenibile del pianeta. Una recente ricerca dimostra che coltivare Omega-3 di origine vegetale per sostituire quelli animali per l’alimentazione dei pesci è una strategia vincente. Gli alti costi di produzione si possono superare con ricerche nel biofuel, aiutando a ridurre la pressione dell’acquacoltura sulle risorse marine. È un primo passo per allevare pesci vegetariani e rendere l’acquacoltura più green.

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Un altro progetto innovativo è “Nexus” di EgoCreaNet, start-up presso il Business Incubator del Polo Scientifico dell’Università di Firenze. Prevede la produzione del pesce Tilapia in acquacoltura in un’area geotermica in Toscana. La Tilapia è un genere di pesce della famiglia dei Ciclidi originario di Africa, Sud America e Asia. Pesce d’acqua dolce, resistente a patogeni e allo stress da interventi umani di gestione, vive in acque calde tra i 27 e i 30°. E’ uno dei pesci più popolari per l’allevamento in sistemi di acquacoltura in tutto il mondo. Ha un’ottima qualità nutrizionale ed è soprattutto erbivoro, quindi può essere nutrito con alghe e micro-alghe.

Nexus è all’avanguardia perché combina la produzione in acquacoltura utilizzando il calore geotermico e acqua ed energia a basso costo, riducendo al minimo l’impatto ambientale. Diretto da Paolo Manzelli, docente di Chimica e Fisica dell’Università di Firenze, è realizzato in collaborazione con Inve Aquacolture e Acquacoltura Italia.

Acquacoltura: Tilapia Nairobi (foto: www.wikipedia.org)

La blue economy per l’acquacoltura

Lo sviluppo sostenibile dell’acquacoltura può avvenire solo attraverso la blue economy. L’economia blu è un modello di business che crea un ecosistema sostenibile grazie alla trasformazione di sostanze precedentemente sprecate in merce redditizia. L’economia blu è ad impatto zero ed è l’unica soluzione possibile per ridurre l’impatto dell’uomo sulla Terra e risolvere i problemi causati dai cambiamenti climatici.