Carne separata meccanicamente: cos’è e in quali alimenti si trova
Come si ottiene?
È un prodotto della macellazione di cui si parla poco e mal volentieri e di cui molti non conoscono neppure l’esistenza. Eppure la possiamo trovare nei würstel, nel ripieno dei tortellini, nella mortadella, nelle cotolette, nelle spinacine, nei cordon bleu, nelle pepite di pollo, nei nuggets e in molti altri alimenti. La carne separata meccanicamente si ottiene delle carcasse spremute di pollo o di tacchino dopo avere tolto ali, cosce e petto. Quello che rimane viene inserito in uno speciale tritacarne ad alta pressione dal quale esce una poltiglia rosa. Lo stesso procedimento può essere applicato anche agli scarti di pesce, ottenendo una massa che viene usata per i bastoncini e altri prodotti affini. Nel caso del maiale si usano macchinari meno invasivi, in grado di togliere le fibre muscolari rimaste sulle ossa, con uno strumento a bassa pressione, ottenendo un prodotto simile alla carne macinata.
I rischi della carne separata meccanicamente
La carne di pollo ottenuta in questo modo contiene livelli elevatissimi di calcio, grassi e colesterolo. Naturalmente è un ingrediente dal costo minimo e per questo è molto utilizzato dalle aziende che producono cibo spazzatura. Nel 2013 l’Autorità europea per la sicurezza alimentare ha elaborato un documento per cercare di regolamentare l’impiego della carne separata meccanicamente. Chi la usa è ora obbligato a indicare sull’etichetta del prodotto la presenza di questo ingrediente. Secondo l’Efsa il rischio di crescita microbica nella carne di pollo, tacchino o di maiale separata meccanicamente è più elevata quando si usano alte pressioni, perché la lavorazione provoca una maggiore distruzione delle fibre muscolari, favorendo lo sviluppo dei batteri. Solo in Europa la produzione di questo tipo di carne è di circa 700.000 tonnellate all’anno, per un giro d’affari compreso fra i 400 e i 900 milioni di euro.
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