Uno smartphone Sony water proof (foto: mostepicstuff.com)
Inquinamento

Il nostro telefono beve 13 tonnellate d’acqua

18 METRI QUADRATI DI CELLULARE. È talmente leggero che qualche volta pensiamo di averlo perso pur avendolo in tasca. Eppure, strano a dirsi, il nostro smartphone di ultima generazione pesa quasi 13 tonnellate. E se anche il suo schermo misura pochi pollici, in realtà per finire nelle nostre mani ha consumato ben 18 metri quadrati di suolo. A calcolare l’impronta ambientale dei cellulari e di altri prodotti di uso quotidiano è stata l’associazione ambientalista Friends of the Earth, attraverso il rapporto Mind your step.

UNA TONNELLATA E MEZZO IN DUE BOCCONI. L’associazione Friends of Earth, presente in 74 paesi del mondo, mediante questa ricerca invita sia i consumatori che l’industria globale a soffermarsi su ogni impatto causato dal consumismo, senza limitarsi unicamente sull’impronta di carbonio dei singoli prodotti. Ne esce così che i nostri amati smartphone necessitano di 13 tonnellate d’acqua per essere realizzati; peggio dei cellulari fanno gli stivali in pelle, che per ogni paio richiedono 14,5 tonnellate d’acqua e fino a 50 metri quadrati di suolo. Nemmeno i prodotti a prima vista più innocui, purtroppo, possono chiamarsi fuori da questo circolo vizioso: la produzione di una singola t-shirt richiede 4 tonnellate d’acqua, e una piccola barretta di cioccolato arriva a berne quasi una tonnellata e mezzo. Ma ad influire sull’impronta ambientale degli alimenti e degli oggetti non è solo la produzione in sé, anzi: anche e soprattutto l’imballaggio è responsabile del consumo di acqua e suolo. Secondo il rapporto Mind your step, infatti, il 20% del consumo di suolo e di acqua è da ricondurre ai materiali impiegati per incartare i prodotti.