Cos’è il foraging?
TRADIZIONI NUOVE E ANTICHE. L’erborista e biotecnologa Valeria Mosca ha fondato tre anni fa, insieme uno chef e una tossicologa, l’organizzazione Wood*ing che si occupa di foraging. Si tratta di un’alimentazione che si basa principalmente sull’utilizzo di fiori e bacche selvatiche da usare in cucina, e nell’impiego di metodi di conservazione recuperati da antiche tradizioni montane. Come spiega la fondatrice «Il foraging consiste nell’andar per boschi a raccogliere piante e frutti selvatici, da mangiare. È un’attività che non ha regole precise, ma si basa sull’alimurgia che è una scienza che studia l’utilizzo delle piante selvatiche in momenti di carestia per la sussistenza. Andando per boschi a raccogliere castagne, funghi e altro, ho voluto scoprire cosa potessi fare con le piante e i frutti selvatici. Così ho iniziato a leggere alcuni libri, moderni, ma anche trattati antichi: libri dell’Ottocento che davano indicazioni su come affrontare tempi di carestia, o anche manuali di sopravvivenza per l’esercito. Tanto però l’ho imparato dagli anziani che incontravo in montagna, in Val Malenco, soprattutto mi hanno aiutata a riconoscere le piante. Confondere bacche è molto facile e molto pericoloso».
FARE LA SPESA NEL BOSCO. Wood*ing organizza anche dei corsi a domicilio durante i quali viene insegnato come si fa la “spesa nel bosco”, e durante i quali vengono presentati menu di degustazione. Uno degli obiettivi principali è però quello di diffondere la cultura della raccolta, nel rispetto della sicurezza e tutelando il territorio. Il termine “foraging” sta infatti a indicare l’attività di raccogliere cibo spontaneo vegetale esplorando il territorio di diversi ambienti naturali come montagne, argini dei fiumi, spiagge, boschi, imparando a riconoscere e selezionare vegetali interi o parti di essi che sono ritenuti commestibili e adatti al nutrimento umano. Per questo è necessario, prima di accostarsi a questa pratica, fare un corso per capire e riconoscere che cosa è commestibile e cosa no. «Raccogliere erbe e altri prodotti selvatici richiede la massima concentrazione e una conoscenza elevata del mondo vegetale» spiega Valeria Mosca. «Sbagliare, nella migliore delle ipotesi, potrebbe regalare un gran mal di stomaco. Ma i rischi sono grandi e, nei casi più estremi, possono portare ad avvelenamenti molto gravi».
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