L’esplosione dell’Horticultural tourism
NON SOLO CITTÀ D’ARTE. In Italia sta prendendo forma un nuovo tipo di turismo, tutto votato al verde: si chiama horticultural tourism e mette al centro i tantissimi giardini italiani. Una nuova proposta per i turisti, dunque, che girovagando la nostra penisola potranno aggiungere alle tipiche tappe delle città d’arte anche un buon numero di visite ai nostri paradisi botanici. Per dare un’idea di quanto il settore dell’horticultural tourism stia crescendo, basta pensare che nel 2014 la rete dei Grandi Giardini Italiani ha registrato un’affluenza di oltre 8 milioni di visitatori.
GRANDI GIARDINI ITALIANI. Il network Grandi Giardini Italiani è stato fondato nel 1997 ed è presente in 12 regioni italiane. Questa enorme rete verde comprende complessivamente 122 giardini, con ben 6 nuove entrate nel 2015: il labirinto monumentale di Fontanellato, il parco del Castello di Miradolo a San Secondo di Pinerolo, l’Oasi Zegna di Trivero, la Collezione di Rossini a Briosco e i Giardini Vaticani di Castel Gandolfo con le sue Ville Pontificie. In occasione dell’Expo 2015 è stato progettato un nuovo itinerario attraverso i Grandi Giardini Italiani, che guiderà i visitatori attraverso i più bei giardini della penisola, tra meravigliosi orti, vigneti e frutteti.
LE NEW ENTRY . Tra i nuovi giardini entrati a far parte della rete Grandi Giardini Italiani figura l’Oasi Zegna di Trivero, in provincia di Biella. Questo enorme parco di oltre 100 chilometri quadrati, zeppo di rododendri e di conifere, può essere visto come primo esempio di mecenatismo ambientale, iniziato negli anni ’30 dall’imprenditore tessile Ermenegildo Zegna. Altra new entry è il Castello di Miradolo, circondato da oltre sei ettari di parco dal gusto anglosassone che si allarga rigoglioso intorno ad una grande radura centrale. Un’altra meta da non perdere, soprattutto per gli amanti dei labirinti, è per l’appunto il labirinto monumentale di Fontanellato. Il dedalo, proprietà dell’editore Franco Maria Ricci, ha una pianta a stella e si estende su circa sette ettari piantati a bambù. Un altro esempio di giardino atipico entrato a far parte del network è quello della Collezione Rossini, ubicato tra le colline di Briosco: questo è a tutti gli effetti un museo open-air, nel quale è possibile osservare il meglio della scultura italiana del dopoguerra e contemporanea. E infine, un ultimo agglomerato di giardini cui non servirebbero presentazioni, ovvero i Giardini Vaticani di Castel Gandolfo, il più antico impianto botanico d’Italia. Iniziato nel tredicesimo secolo per volontà di Papa Niccolò III Orsini, oggi vi si possono osservare piante mediterranee, fiori esotici ed enormi alberi secolari.
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