Una suggestiva immagine del Polo Nord (imamgine: http://www.latitudeslife.com/)
Inquinamento

Inverni più lunghi a causa del riscaldamento globale

TUTTO COLPA DEL POLO NORD. Una recente ricerca dell’Università di Tokyo sostiene che il cambiamento climatico causato dal riscaldamento globale comporta il rischio di inverni più rigidi in Europa e nel nord dell’Asia. Lo scioglimento dei ghiacci artici, infatti, provocherebbe nuove correnti d’aria, le quali spingerebbero gelo e neve verso sud. Asia ed Europa, che si trovano appena al di sotto del polo, sarebbero le prime a essere investite da queste nuove folate fredde. La ricerca si basa su modelli computerizzati che analizzano molte più variabili rispetto al passato. Questo ha permesso di giungere alla conclusione che gli inverni gelidi non sono dovuti soltanto a naturali variazioni meteorologiche, ma a un preoccupante cambiamento climatico. Il professor Masato Mori coordinatore del progetto spiega: «Le probabilità di trascorrere inverni più rigidi sono già raddoppiate, e ciò ci dimostra che gli impatti del riscaldamento globale non sono più una minaccia futura».

IL GLOBAL WARMING NON SI È FERMATO. Secondo i ricercatori la tendenza ad avere inverni più freddi si protrarrà fino dalla tarda estate 2030 quando dal Polo Nord sarà scomparsa l’ultima briciola di ghiaccio poi, dato che il riscaldamento globale non si sarà arrestato, le temperature saliranno. Il dottor Colin Summerhayes, dello Scott Polar Research Institute di Cambridge, ha sottolineato: «Non ci si faccia ingannare dal grande freddo degli inverni. Alcune persone potrebbero pensare che il global warming si è fermato. Non è così: sebbene il riscaldamento medio della superficie sia più lento dal 2000, l’Artico è andato surriscaldandosi rapidamente in questo periodo». Lo scioglimento dei ghiacci influenza gli inverni euroasiatici perché l’Oceano, in zone di mare aperto, è più scuro del ghiaccio e assorbe più calore. Recentemente è stato rilevato un preoccupante aumento del giaccio scuro in Groenlandia.