Oro blu: a cosa serve il cobalto e dove viene estratto
Un tempo, come è noto, si parlava dell’oro nero, ovvero del petrolio: a ribattezzarlo in questo modo era stato John D. Rockefeller, non a caso uno dei pionieri dell’industria petrolifera, a sottolineare l’enorme impatto che questa risorsa naturale avrebbe avuto sull’economia mondiale, come peraltro sulla politica, sulla tecnica e – come sappiamo benissimo oggi – sul clima. Ebbene, oggi si parla con sempre più attenzione di oro blu: non più un combustibile fossile, quanto invece un minerale, il quale si presenta assolutamente indispensabile per la transizione energetica a livello mondiale. Vediamo a cosa serve il cobalto, chiamato per l’appunto oro blu, e dove viene estratto attualmente.
A cosa serve il cobalto e perché sarà sempre più importante
Oro blu è un termine che ben descrive l’importanza che il cobalto ha e avrà sempre di più nei prossimi anni sullo scenario economico, politico e tecnologico mondiale. Il simbolo di questo elemento chimico è “Co”. Fino a qualche anno fa, il cobalto se ne stava piuttosto defilato nella lista dei minerali cruciali per l’uomo: oggi le cose sono invece del tutto diverse, poiché questo materiale è essenziale per produrre le batterie agli ioni di litio così centrali per le automobili elettriche. Ma perché a questo scopo viene scelto proprio l’oro blu? Tre sonoi grandi vantaggi garantiti dal cobalto: la possibilità di prolungare la vita utile delle batterie, l’opportunità di ridurre le dimensioni delle batterie e il beneficio di prevenire il surriscaldamento delle stesse. Va inoltre specificato che gli accumulatori che sfruttano il cobalto riescono a garantire un’efficienza maggiore a fronte di dimensioni relativamente contenute, il che è un altro aspetto fondamentale per le automobili elettriche. E ancora, va detto che il cobalto è largamente utilizzato anche nella telefonia mobile, nonché nella produzione di macchine industriali di vario tipo, grazie al suo alto grado di resistenza di fronte alle alte temperature, all’usura e alla corrosione.
Ma dove viene estratto l’oro blu attualmente?
L’oro blu e la Repubblica Democratica del Congo
Oggi la maggior parte del cobalto viene estratta nella Repubblica Democratica del Congo: questo Paese africano produce infatti circa il 70% dell’oro blu a livello mondiale. Lo scenario, va sottolineato, non è dei migliori. Il Paese, come è noto fini dalla fine dell’Ottocento, è ricchissimo di minerali preziosi, ma è costantemente sconvolto dalla povertà, dalla carestie e dalle guerre civili, le quali in larga parte scoppiano proprio per assicurarsi il controllo delle materie prime presenti nel sottosuolo. Pur fornendo a praticamente tutto il mondo questo prezioso oro blu, la Repubblica Democratica del Congo conta oggi circa il 50% della popolazione in uno stato di povertà assoluta. E in effetti a sfruttare le enormi riserve della Rdc è la Cina, grazie a un accordo – definito non a caso “l’accordo del secolo” – siglato nel 2008: con quella firma la Cina si è assicurata una concessione di 25 anni per estrarre 10 milioni di tonnellate di rame e 600 mila tonnellate di cobalto. Per assicurarsi questo accesso ai minerali la Cina sborsò circa 9 miliardi di dollari, a fronte di un valore stimato compreso tra i 40 e gli 80 miliardi di dollari.
Un’estrazione di cobalto più sostenibile in Cile
Sull’estrazione dell’oro blu nella Repubblica Democratica del Congo ci sarebbe tanto da dire: viene fatta per lo più in modo del tutto insostenibile, sia per le condizioni di lavoro, sia per la manodopera usata (quasi la metà sarebbe infatti costituita da bambini e adolescenti) sia per l’enorme impatto ambientale, che si traduce prima di tutto nell’inquinamento delle falde acquifere e dei territori circostanti. Esisterebbero però delle alternative: in Cile sono presenti infatti grandi riserve di cobalto, che può essere estratto in modo più sostenibile (grazie a delle tecnologie innovative) e, si stima, anche meno costoso.
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