Rapporto Spiagge 2024 di Legambiente: sempre più fragili
Anche quest’estate, come ormai è tradizione, le spiagge sono state al centro dell’attenzione. Sia perché come sempre quella è la meta preferita dei più per le vacanze estive, sia perché quest’anno è tornata ancora più forte la polemica intorno alle concessioni balneari. Questo sapendo peraltro che esisterebbe una norma ben precisa – la Direttiva europea Bolkestein (2006/123/CE) – la cui applicazione è stata però continuamente rinviata. Il vero e più grande problema che affligge le nostre spiagge, però, è in realtà un altro: questi lembi di terra, a metà strada tra terraferma e mare, sono infatti sempre più fragili, sempre più minacciati. A ricordarlo è il Rapporto Spiagge 2024 di Legambiente, indagine a cadenza annuale che aggiorna i dati relativi alle condizioni delle coste italiane, una straordinaria risorsa a livello, ambientale e culturale. Ma questa stessa risorsa, così importante per il nostro Paese, è messa seriamente in pericolo da diversi fenomeni, quali l’erosione, il consumo del suolo e gli eventi meteorologici estremi, che come sappiamo per via dei cambiamenti climatici sono sempre più frequenti, nonché più forti. Vediamo nel dettaglio i dati aggiornati del Rapporto Spiagge 2024 di Legambiente.
Rapporto Spiagge 2024 di Legambiente: gli eventi estremi lungo la costa
Tra le prime cose a essere evidenziate nel Rapporto Spiagge 2024 c’è l’incremento degli eventi estremi che coinvolgono i Comuni posizionati lungo le coste italiane: a raccogliere questi dati è l’Osservatorio Città Clima di Legambiente, che tra il 2010 e il 2024 (fino a giugno) ha contato in tutto 816 eventi, dei quali ben 104 solamente nell’ultimo anno. A essere maggiormente colpito è il Sud: in Sicilia si sono contati 170 eventi estremi, in Puglia 104, in Calabria 82, in Campania 78. Di fatto, il 39,% degli eventi meteo estremi italiani degli ultimi anni si è verificato lungo la costa. Ecco che allora la città di Bari dal 2010 ha conosciuto 44 eventi estremi, di cui 22 allagamenti da piogge intense. Genova ha conosciuto 36 eventi estremi, Agrigento 32, Palermo 27, Napoli 25, Ancona 23. E non si parla solo di allagamenti per bombe d’acqua: altri fenomeni frequenti sono i danni da trombe d’aria e da raffiche di vento, danni da mareggiate, danni alle infrastrutture da piogge intense, esondazioni fluviali, danni da grandinate, frane e così via.
L’erosione costiera avanza
Il Rapporto Spiagge 2024 di Legambiente specifica anche che “l’oggetto” di questa indagine annuale sta via via riducendosi. Stando infatti alla più recente mappatura ISPRA, la superficie complessiva delle spiagge italiane si ferma ad appena 120 km quadrati: per fare una comparazione, si tratta di una superficie inferiore a quella del solo municipio di Ostia a Roma. Questo accade in un Paese che conta circa 75mila chilometri di costa. In media le spiagge italiane hanno una profondità di 35 metri, e trovano spazio su appena il 41% delle coste. Guardando alle modifiche avvenute alle coste italiane tra il 2006 e il 2010, si parla del 51,6% della costa in erosione in Basilicata, del 32,3% in Emilia-Romagna, del 32% in Molise, del 29,7% nel Lazio.
Le concessioni balneari
Lo stesso Rapporto Spiagge 2024 si concentra anche sul tema delle concessioni del demanio marittimo, lamentando ancora una volta l’assenza di dati ufficiali e aggiornati sul numero di concessioni effettivamente attive: questo sapendo che tale gap doveva essere risolto da tempo, per mezzo dall’apposita commissione prevista nel 2021. Tutto questo sapendo, peraltro che con la Sentenza del 20/05/2024, n. 4481, il Consiglio di Stato ha sottolineato ancora una volta che “tutte le proroghe delle concessioni demaniali marittime per finalità turistico-ricreative sono illegittime e devono essere disapplicate dalle amministrazioni ad ogni livello”.
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