Un anno oltre gli 1,5 gradi di riscaldamento globale
Finire costantemente oltre gli 1,5 gradi di riscaldamento globale significa provocare la definitiva perdita del ghiaccio estivo nell’Artico. Come conseguenza diretta aumenterebbe il calore assorbito dall’acqua, decretando un ulteriore aumento delle temperature. Ecco che allora si parla di aumento del livello dei mari, di ondate di calore e siccità sempre più frequenti, del moltiplicarsi degli eventi meteorologici estremi, di enormi danni per la biodiversità come per l’agricoltura, persino di mutamenti di fenomeni essenziali come la Corrente del Golfo. Per tutti questi motivi nel 2015, con gli Accordi di Parigi, si è scelto di impostare la soglia da non superare a 1,5 gradi centigradi, con un accordo ambizioso che ha visto l’impegno di quasi tutti i Paesi. Ebbene, ora è ufficiale: da un anno il mondo è oltre gli 1,5 gradi di riscaldamento globale.
Un anno oltre gli 1,5 gradi di riscaldamento globale
Giugno 2024 è stato il dodicesimo mese consecutivo con un aumento di oltre 1,5 gradi di riscaldamento globale rispetto all’epoca preindustriale: a confermarlo è stato il servizio climatico europeo Copernicus. Vuol forse dire che la soglia indicata come “confine” dagli Accordi di Parigi è stata effettivamente superata? Non proprio: tale superamento, nell’interpretazione degli Accordi sul Clima, dovrebbe avere una durata di diversi anni, persino di diversi decenni. Si sarebbe quindi ancora in tempo per cambiare il corso degli eventi, per fermarsi sul bordo del baratro climatico. Ma il messaggio resta comunque chiarissimo: ci stiamo avvicinando molto rapidamente a un limite che non va assolutamente oltrepassato.
Il giugno più caldo di sempre
A noi italiani, che abbiamo vissuto un inizio d’estate all’insegna del maltempo, potrebbe sembrare strano. Eppure è così: a livello globale, giugno 2024 è stato il più caldo di sempre; e se è stato il dodicesimo mese consecutivo con un aumento di oltre 1,5 gradi di riscaldamento globale, è stato anche il tredicesimo consecutivo di temperature da record. Nel dettaglio, a giugno 2024 la Terra ha registrato una media di 16,66 gradi Celsius, con un distacco di 0,67 gradi rispetto alla media trentennale del mese. Il record di giugno più caldo era finora detenuto dal 2023, “battuto” da questo giugno per 0,14 gradi Celsius.
Il peso di El Niño e quello delle emissioni
Tutti quanti sappiamo che El Niño, presente proprio fino a giugno, ha un ruolo non indifferente nell’aumentare le temperature a partire dal Pacifico Orientale. Ma sarebbe certamente sbagliato usare “il bambino” come scusa: si tratta infatti di un fenomeno integrante della variabilità del sistema climatico terrestre, che influisce solo in minima parte sulla temperatura globale. L’anno scorso, che è stato segnato pesantemente da El Niño, la parte di temperatura “in più” da ricondurre a questo particolare fenomeno è stato stimata al di sotto dei 2 decimi di grado. Tutto il resto è invece motivato da cause antropiche, a partire per l’appunto dall’accumulo sempre più alto di anidride carbonica nell’atmosfera e dall’uso sfrenato di combustibili fossili a fini energetici. Anche perché, vale la pena sottolinearlo, nel 2023 le emissioni di gas a effetto serra legate al settore energetico non sono affatto diminuite, anzi, sono aumentate dell’1,1%, facendo registrare così un nuovo record. Non stupisce quindi scoprire che la concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera abbia raggiunto quota 424 parti per milione, confermandosi a più del 50% in più rispetto all’epoca pre-industriale. Tutto cio spiega perché siamo ormai da un anno oltre gli 1,5 gradi di riscaldamento globale: saremo capaci di invertire la rotta?
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