Lince iberica
Animali

Lince iberica fuori dal pericolo estinzione

Nel bel mezzo di quella che viene chiamata “Sesta estinzione di massa” di tanto in tanto fa bene leggere delle buone notizie, ovvero scoprire che delle specie inserite nella lista degli animali a rischio estinzione sono finalmente “salve”. Come sappiamo negli ultimi decenni il numero di grandi felini a livello planetario si è ridotto in modo notevole, soprattutto per quanto riguarda leoni, tigri e leopardi. Tra i felini maggiormente minacciati ci sono il gatto dorato del Borneo, minacciato dai bracconieri; il gatto delle ande, messo in pericolo soprattutto per via dell’espansione agricola; la tigre, esposta al rischio estinzione per via del commercio illegale di fauna selvatica; nonché la lince iberica, che per anni è stata ritenuto come il felino con il più alto rischio di estinzione al mondo. Ma per l’appunto, è finalmente il momento di dare una bella notizia: la lince iberica è passata dallo stato di conservazione “minacciata” a quello di “vulnerabile” all’interno della Lista Rossa dell’Iucn. Come è stato possibile il salvataggio di quello che a lungo è stato indicato come il felino più raro del mondo?

Perché la lince iberica era a rischio estinzione

La lince iberica – detta anche pardina – è del tutto simile alla lince comune. Di un peso massimo di 25 chilogrammi, dalla coda corta e dai caratteristici ciuffi di pelo sotto al mento e sulle orecchie, si distingue dalla “cugina” per via delle caratteristiche macchie simili a quelle dei leopardi. Per molti anni questa specie è stata a un passo dall’estinzione: se questo fosse avvenuto, la lince iberica sarebbe stato il primo felino a estinguersi dopo lo smidolon, scomparso circa 10 mila anni fa. Ma quali erano stati i motivi a spingere la lince iberica così vicina all’estinzione? I fattori in gioco sono stati diversi, e tutti insieme hanno portato a una drastica riduzione di questi felini durante tutto il Novecento. Ci sono state per esempio le perverse leggi franchiste, che puntavano a eliminare tutte le specie catalogabili come “parassiti” o come nocive per l’attività umana. Ad aggravare ulteriormente la situazione era poi stato il progressivo venire meno dei conigli selvatici, i quali da soli costituiscono in natura il 90% della dieta della lince iberica. Nei decenni scorsi, infatti, i conigli sono stati colpiti dal virus della malattia emorragica, finendo peraltro per infettare anche i suoi stessi predatori. E non è tutto qui: a complicare la vita della lince pardina ci sono poi stati, oltre alla persecuzione da parte dell’uomo e al venir meno del cibo, anche la frammentazione e la distruzione dell’habitat. Il punto più basso è stato raggiunto nel 2002, quando erano stati censite solamente 94 linci in natura.

Lo sforzo negli ultimi 20 anni

Dopo 20 anni di sforzi, per mezzo di progetti europei, governi regionali e nazionali sia in Spagna che in Portogallo, con la collaborazione di ONG e di volontari si è arrivati all’annuncio ufficiale da parte dell’Unione internazionale per la conservazione della natura: la lince iberica non è più a rischio estinzione, è solamente “vulnerabile” (con una probabilità di estinzione superiore al 10% nel giro di 100 anni). L’ultimo censimento ha infatti contato 2.021 individui di lince pardina: ora si punta a eliminare del tutto il rischio estinzione, arrivando ad avere almeno 750 femmine in età riproduttiva a entro il 2040. Per ora ce ne sono 406. Va detto che il progresso verso l’incremento della lince iberica in natura è stato molto lento: basti pensare al fatto che nel 2011, dopo anni di riproduzione in cattività e successiva reintroduzione (sia della lince che del coniglio selvatico) si era arrivati ad appena 326 individui.