lettera degli agricoltori africani
Agricoltura

La lettera degli agricoltori africani in vista del G7 in Puglia

Oggi si apre si apre il G7 in Puglia, nell’esclusivo resort di Borgo Egnazia: i grandi del G7 si incontrano insomma tra ville da sogno e orecchiette (si fa per dire, in quanto per l’occasione chef del resort sarà il tristellato chef Massimo Bottura). Quello che inizia oggi in provincia di Brindisi è il settimo G7 ospitato dall’Italia, e avrà come temi centrali, inevitabilmente, la crisi palestinese e la guerra in Ucraina. Ma non è tutto qui: tra gli argomenti di discussione ci saranno anche sicurezza economica, tassazione globale, intelligenza artificiale, disabilità nonché, tra le altre cose, il sistema agricolo africano. E proprio a questo proposito alla vigilia del G7 è stata recapitata alla premier italiana Giorgia Meloni la lettera degli agricoltori africani, che chiedono di essere parte di una discussione che li vede come protagonisti inascoltati.

Africa e Mediterraneo al G7 pugliese

Oggi, 13 giugno, il G7 si aprirà sul tema della guerra in Ucraina, con la presenza peraltro del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Ma successivamente si tratteranno anche altri temi, con uno dei focus che sarà per l’appunto il tema dell’Africa e del Mediterraneo: da qui la lettera degli agricoltori africani. A questo proposito, secondo il programma del summit, i grandi del G7 discuteranno del Piano Mattei e di aspetti come clima, ambiente, energia e sicurezza alimentare in Africa, senza dimenticare il sempre presente aspetto dell’immigrazione. Tra le iniziative annunciate dal governo italiano c’è anche l’Apulia food systems initiative, il quale punta per l’appunto ad affrontare i cambiamenti climatici e a mettere al sicuro la filiera alimentare in Africa.

La lettera degli agricoltori africani alla Meloni

E c’è proprio l’Apulia food systems initiative dietro alla lettera degli agricoltori africani: “ci rivolgiamo a lei” scrivono diretti alla Meloni le organizzazioni sindacali in rappresentanza delle imprese a conduzioni familiare “con la speranza di portare all’attenzione della Presidenza italiana del G7 l’urgente bisogno di azione che riguarda il tema della sicurezza alimentare e del clima nel continente africano”. Ma perché gli agricoltori africani hanno deciso di formalizzare questa richiesta in vista del G7? Semplice: quelle stesse imprese agricole africane a conduzione familiare, che producono fino al 70% dei beni consumati nel continente, non sono state coinvolte o consultate in nessun modo per l’elaborazione dell’iniziativa. La quale però, ovviamente, li vede come protagonisti.

La situazione africana dopo inondazioni e siccità

Questo G7 peraltro arriva in un momento difficilissimo per l’agricoltura africana, dopo mesi di inondazioni e di piogge torrenziali in Africa orientale, mentre il sud del continente e il Corno d’Africa sono invece stati sconvolti da una siccità estrema, con conseguenze drammatiche soprattutto sulle produzioni agricole. In questo scenario si calcola che i finanziamenti per supportare i sistemi agroalimentari africani debbano essere almeno 7 volte superiori a quelli proposti.

Gli insuccessi delle iniziative precedenti

Nella lettera degli agricoltori africani, per supportare la richiesta di essere coinvolti in questa iniziativa, si ricordano i programmi simili lanciati negli ultimi anni da parte del G7. Iniziative che, dati alla mano, sono in buona parte fallite. Stando alle analisi della Foundation for farmers organisations and restorative action (Ffora), le tre più grandi iniziative lanciate dal G7 a partire dal 2010 in campo di sicurezza alimentare hanno avuto “risultati molto limitati”. La causa? Principalmente si parla di mancanza di trasparenza e di carenza di dati disponibili. Affinché l’Apulia food systems initiative non si traduca in un’occasione persa, quindi, gli agricoltori familiari africani chiedono d’essere presi in considerazione dal governo italiano e dai grandi del G7, in modo da non reiterare sbagli già commessi.